Il nuovo “califfo” dello Stato Islamico arrestato dai servizi segreti iracheni non è il nuovo califfo. Né sarebbe stato catturato due giorni fa dall’intelligence di Baghdad. L’Isis è tornato sulle prime pagine dei giornali, ma non per gli attacchi che continua a compiere tra Siria e Iraq, coperto dalla pandemia di Covid-19. Ci torna per una notizia che, secondo gli analisti, è una non-notizia.

Mercoledì il Nis, i servizi di intelligence iracheni, ha annunciato l’arresto di Abdul Nasser Qardash, definendolo il successore di Abu Bakr al-Baghdadi, storico leader dello Stato Islamico, ucciso nell’ottobre 2019 in un’operazione dei marines statunitensi a Barisha, nel nord-ovest siriano, a due passi da Idlib.

A dire il vero, sull’agenzia di stato irachena al-Iraqiya, i servizi tengono a precisare: «Potenziale candidato a califfo». Nessun dettaglio su luogo e tempistiche dell’arresto.

Di certo si sa che il vero nome di Qardash è Taha Abdul Rahim Abdullah Bakr al-Qassani, che è nato nell’irachena Tal Afar, città a maggioranza turkmena nel distretto di Ninive, tra quelli che più di altri hanno subito il giogo islamista. Secondo al-Iraqiya si sarebbe unito ad al Qaeda nel 2005, tra i bracci destri del super leader al-Zarqawi.

Ma la ben informata Iraq Security Media Cell in una nota sui social riporta della cattura di Qardash «in coordinamento con le Forze democratiche siriane (Sdf) a seguito della dura battaglia di Baghuz nel 2019». Ovvero la battaglia che tra febbraio e marzo dello scorso anno ha permesso alla federazione guidata dai curdi siriani di cacciare l’Isis da una porzione consistente della provincia di Deir Ezzor.

Conferma Hassan Hassan, direttore del Non-State Actors Program del Cgp, Center for Global Policy, che ha appena pubblicato un interessante rapporto sulla nuova gerarchia dello Stato Islamico: Qardash non è nemmeno citato, da considerare attuale “califfo” è Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurashi (nato Ameer Muhammed Saeed al-Salbi al-Malwa), anche lui originario di Tal Afar.

Su Twitter Hassan scrive che l’arresto è avvenuto per mano delle Sdf e delle forze Usa un anno fa: «È stato appena consegnato alle forze irachene. Ha servito come leader a Mosul nel 2005, sotto la leadership di al-Zarqawi. Presto catturato dagli americani, è stato imprigionato fino al 2010. Diventato poi importante attore in Siria, ha guidato la battaglia contro al-Nusra. Secondo le mie fonti, al-Zarqawi (ucciso nel 2006, ndr) aveva suggerito di non dare a Qardash posizioni di rilievo perché in prigione avrebbe passato agli americani dettagli sulle basi di al Qaeda in Iraq».

A oggi, a seguito della ritirata dello Stato Islamico dalle zone occupate per anni tra Siria e Iraq (quando era stato in grado di occupare e amministrare un terzo dei due paesi mediorientali) «sono stati uccisi circa 43 dei fondatori del gruppo, – riporta Cgp – 79 comandanti di medio livello e centinaia di responsabili della logistica. Fonti irachene e statunitensi confermano che il nuovo leader è al-Qurashi. Sotto di lui, ci sono due comitati di alto livello: il Consiglio della Shura, cinque membri, con a capo il fratello di al-Baghdadi; e il Comitato esecutivo, cinque membri, guidato da Sami Jassim al-Jubori».