Le connivenze tra Cia e governi europei per quanto riguarda carcerazioni e torture, arrivano di fronte alla Corte Europea dei diritti umani, che ha iniziato ieri le procedure di valutazione di due casi di extraordinary rendition operate dagli Stati Uniti, con il beneplacito del governo polacco. Si tratta delle accuse di due detenuti a Guantanamo: Abu Zubaydah, palestinese di 42 anni, accusato di essere un jihdaista e aver collaborato con chi si ritiene abbia preso parte all’attacco contro le torri gemelle dell’11 settembre 2011 a New York e Abd al-Rahim al-Nashiri, 48 anni, proveniente dall’Arabia Saudita, accusato di aver partecipato ad un attacco in Yemen in cui morirono 17 militari. I due uomini hanno portato il proprio caso di fronte alla Corte europea e accusano Stati Uniti e Polonia di essere stati torturati nelle carceri gestite dagli Usa nel paese europeo, venendo anche sottoposti alle tecniche di tortura del waterboarding. Gli uomini sarebbero stati portati in Polonia all’interno dello stesso piano di rendition, realizzato nel dicembre 2002.
Secondo il senatore svizzero Dick Marty, uno degli «investigatori» della Corte europea esisterebbe un dettagliato piano della «guerra al terrore» della Cia, con la complicità di paesi europei. In particolare in Polonia sarebbero stato usato il centro di detenzione di Stare Kiejkuty, una base di addestramento dell’intelligence nel nord del paese. Un ricercatore che collabora alla campagna per i diritti umani del gruppo Reprieve, haraccontato alla Bbc che «il sostegno europeo per il programma di tortura della CIA è uno dei capitoli più oscuri della nostra storia recente ed è incoraggiante che la corte europea sembri destinata a portare queste storie alla luce».
E’ lecito inoltre pensare, anzi potrebbe venire dimostrato giuridicamente, che il governo polacco – in particolare l’allora presidente polacco Aleksander Kwasniewski e il primo ministro Leszek – sapesse e abbia omesso di ammettere di aver contratto un rapporto con la Cia.
L’indagine che le autorità polacche hanno condotto tempo fa, infatti, è accusata di non aver voluto appositamente scoprire la verità. Non è un caso se lo scorso giugno il boss della Cia Brennan si era recato in Polonia: l’argomento dell’incontro con il governo polacco era esattamente quello legato alle rendition. Sulla base di quanto comunicato dalle organizzazioni per i diritti umani, il carcere della Cia in Polonia sarebbe stato attivo dal 2002 fino a quasi tutto il 2003, e avrebbe ospitato un totale di otto detenuti. Nel 2012 i giudici europei ritennero la Macedonia colpevole della violazione dei diritti di un prigioniero libanese, nato in Germania, rapito nel paese europeo e poi portato in Afghanistan dove subì torture. La Macedonia fu costretta a pagare 60 mila euro di multa. Le extraordinary renditions vennero approvate dall’allora Presidente americano Bush dopo l’attacco a New York nel 2001 e hanno coinvolto, secondo lo studio pubblicato da OpenSocietyFoundation, molti paesi europei. L’Italia è nota per il caso Abu Omar, ma anche Austria, Germania, Croazia, Bulgaria, Romania, Finlandia e Islanda hanno partecipato ai piani della Cia, attraverso la disponibilità dei propri aeroporti, carceri e basi militari.