Cesare Battisti, ha dichiarato ieri il suo avvocato Igor Sant’Anna Tamasauskas, «è irreperibile», come per i suoi vicini di casa che da giorni non l’hanno più visto. E la polizia federale conferma: «È in un luogo ignoto». Proprio quando – «perché c’è pericolo di fuga» – è stato reso noto l’ordine d’ arresto spiccato da Luiz Fux magistrato del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano, che ha revocato una misura a favore di Battisti che lui stesso aveva concesso nell’ottobre 2017.

Dunque arrivato al potere l’ex generale di estrema destra Jair Bolsonaro s’è messo al lavoro come promesso: ora il Brasile è pronto all’estradizione dell’ex membro dei Pac, chiesta dall’Italia perché sconti l’ergastolo al quale è stato condannato in contumacia come responsabile di 4 omicidi negli anni di piombo. I legali di Battisti ricorreranno contro la decisione di Fux, chiedendo un parere dell’intero Stf. Comunque l’ex terrorista dovrà (dovrebbe) aspettare la decisione dietro le sbarre.

Battisti vive in Brasile dal 2009, e ora risiede a Cananeia, nello stato di San Paolo. Nell’ottobre 2017 è stato arrestato a Corumbà (Mato Grosso del Sud), mentre, per l’accusa, tentava di attraversare il confine boliviano con 6 mila dollari e 1.300 euro non dichiarati. Liberato dopo tre giorni, è sotto processo per esportazione illegale di valuta. Subito era arrivato il tweet di Salvini: «Un ergastolano che si gode la vita, sulle spiagge del Brasile, alla faccia delle vittime, mi fa imbestialire! Darò gran merito al presidente Bolsonaro se aiuterà l’Italia ad avere giustizia, ‘regalando’ a Battisti un futuro nelle patrie galere». Ma per il ministro della giustizia Bonafede ci sarà «soddisfazione solo quando Battisti sarà estradato in Italia».