Dopo le minacce anonime ricevute e la decisione a caldo di chiudere bottega, ieri sembrava che il presidente dello Sporting Locri, la squadra di calcio femminile a 5 al centro da giorni di un’inedita attenzione mediatica, ci avesse ripensato. («Le ragazze il 10 gennaio saranno in campo contro la Lazio», era una delle dichiarazioni riportate ad esempio da repubblica.it).

Invece nel pomeriggio Ferdinando Armeni è corso a precisare che il suo è «solo un auspicio», confermando di fatto la scelta di mollare: «Non ho la serenità giusta per proseguire – si legge tra l’altro nella nota – perché quanto accaduto ha turbato la mia vita personale». Armeni confida «nelle forze dell’ordine affinché si faccia luce su quanto è successo» e riafferma la disponibilità a incontrarsi con coloro che «si sono proposti di rilevare la squadra a costo zero e senza alcun debito». E nel ringraziare quanti hanno espresso «vicinanza» alla squadra torna a chiedere «rispetto per una vicenda che è stata bistrattata su alcuni media».

Vicenda su cui ha aperto un’inchiesta la Federazione italiana gioco calcio (Figc). Il Centro sportivo italiano (Csi) ha invece lanciato l’hashtag #IoVadoAGiocareALocri e indetto per il 6 gennaio un «flashmob sportivo», un invito ad andare a giocare in piazza a Locri «per non lasciare solo lo Sporting».