Senza trucco, Arisa racconta la sua musica, e se stessa, con l’identica naturalezza del suo volto fatato e diafano, privo degli ingombranti occhiali che l’hanno resa immediatamente il volto nuovo forse più riconoscibile e amato del panorama musicale italiano. Artista instancabile per rapidità di mutazioni e bulimia di espressioni artistiche, la cantante potentina in gara a Sanremo, è un fiume in piena di progetti «Sto scrivendo una sceneggiatura ma non trovo ancora il soggetto, di sicuro sarà una commedia» ed evoluzioni vocali «Voglio studiare canto lirico anche se sarei una soprano fumatrice» ma l’attenzione ora è tutta concentrata sul Festival.

Quarta partecipazione, in soli cinque anni, al Festival di Sanremo. Cosa è cambiato dal tuo esordio sul palco dell’Ariston nel 2009 con Sincerità?

Ogni volta a Sanremo è come se fosse la prima anche perché cambio continuamente pelle e la cosa mi crea eccitazione ed emozione. Non sono mai la stessa, anche fisicamente, perché assecondo la mia evoluzione personale e la rifletto sulla musica e nel mio aspetto.

Qualcosa però è cambiato: queste canzoni, e il tuo ultimo disco Se vedo te, non sono più da scritti soltanto dal tuo autore storico Giuseppe Anastasi…

Per questo lavoro ho deciso di affidarmi ad autori che ho sempre amato nel corso degli ultimi anni: Cristina Donà, Dente, Antonio di Martino sono tutte persone che seguo da molto tempo e che mi hanno scritto delle bellissime canzoni. Ogni progetto per me è come un piccolo ruolo, tutto inizia poi finisce e qualcosa rimane nella memoria perché cerco sempre di trovare stimoli diversi e nuove attitudini. Nessuno è uguale a se stesso, io sono diversa da quella che ero la settimana scorsa e per me fare sempre la stessa cosa significherebbe assecondare il passato mentre bisogna mettersi alla prova e proseguire una ricerca.

I due brani sanremesi raccontano l’amore in maniera decisamente peculiare….

Lentamente (il primo che passa) è uno dei brani, un bolero raffinato, scritti da Cristina e secondo me parla dell’amore in maniera assolutamente “rivoluzionaria” (la giuria l’ha purtroppo bocciato, ndr). Da una parte è una sorta di sequel de La notte, dall’altra cambia decisamente rotta. Il brano è un qualcosa o un qualcuno che ti sfiora e cambia i tuoi giorni, la tua identità. Le persone ti fanno crescere, ti redimono, ti fanno innamorare e questa canzone parla della fine di un amore che in realtà si apre a un nuovo inizio e fa si che la vita riparta. «Rivoluzionaria» perché di solito le canzoni che raccontano di relazioni che finiscono sono sempre malinconiche e molto raramente parlano della rinascita.

Controvento invece è un brano più diretto, più pop che comunque tratta l’amore in maniera «alta». Parla dell’amore più profondo, per i genitori, per le persone che amiamo col sangue, è una promessa di vicinanza e di sostegno.

Come nasce invece la tua collaborazione con Dente?

Per me Dente è un poeta, quasi un Dante dei giorni nostri per come utilizza la ricchezza della lingua italiana e poi mi piace il suo punto di vista sui sentimenti, assolutamente differente da tutti gli altri. Gli uomini, quando scrivono canzoni d’amore, di solito parlano della disperazione oppure compongono canzoni smielate. Dente invece parla dell’amore in maniera sofferta, dando una prospettiva molto chiara di come un uomo vive l’amore, con poesia e con fragilità. La sua canzone Vieni a vivere come me per esempio, descrive alla perfezione cosa un uomo vuole da una donna: non vuole sposarsi né fare progetti ma vuole semplicemente fare una vita insieme «da compagni», come se cercasse l’amichetta del cuore delle scuole elementari.

La dimensione live dei tuoi concerti mostra tantissime sfaccettature del tuo mondo musicale che non si esaurisce nei brani più noti al grande pubblico. Come sarà la tua prossima tournée?

È vero, i miei singoli sono solo una parte di quello che corrisponde al mio essere artista. Per questo la nuova formula sanremese mi piace tanto e le due mie canzoni mi permetteranno di mostrare più sfumature della mia musica. Per quel che riguarda i live, ci sarà una parte solo con un trio basso, chitarra e batteria, poi un quartetto d’archi e spero che Saverio Lanza, che ha curato le parti di chitarra nel mio nuovo disco, venga a suonare con me.