Spesso le riscoperte, le rivalutazioni di personaggi dello spettacolo sono orchestrate a tavolino, programmate con scientifica strategia della serie «chi manca all’appello?». Si tratta in genere di omaggi frettolosi, approssimativi e parziali da dare in pasto a un pubblico non molto esigente. Quando non è così al contrario la full immersion nel mondo artistico e privato dell’attore o regista di turno scaturisce da un approdo quasi naturale, dalla capacità d’intercettare e assecondare segnali irrazionali e coincidenze incredibili, dalla consapevolezza che c’è qualcosa d’invisibile che ci vuole comunicare che è arrivato il momento giusto di fare i conti con le incomprensioni, le sviste, le sottovalutazioni. È un po’ quello che è successo per Giacomo Furia al centro di uno studio e di un museo a lui dedicato. Il tutto è avvenuto nel casertano.

LA TESI DI LAUREA
La giovane Francesca Crisci di San Felice a Cancello nel 2015 cominciò a lavorare a una tesi di laurea in Storia del Cinema su Giacomo Furia quando non era ancora in cantiere il progetto di un museo dedicato all’attore ad Arienzo, un piccolo comune di poco più di 5000 abitanti distante qualche chilometro da San Felice a Cancello. Terminata la tesi, la giovane ha continuato le sue ricerche per integrare lo studio su Furia attore di cinema con altri materiali relativi alla sua intensa attività teatrale e televisiva. Il risultato è che in perfetta sintonia il museo messo in piedi in tempi abbastanza rapidi per iniziativa del Comune di Arienzo è stato inaugurato alcuni mesi fa e il corposo ed esaustivo lavoro critico sul grande caratterista è diventato un libro in uscita in autunno per l’editore napoletano Graus. L’amministrazione comunale di Arienzo dove Furia è nato nel 1924, non si è lasciata sfuggire l’occasione di celebrare l’attore scomparso nel 2015 con un museo allestito grazie ai contributi regionali campani ed europei e alla disponibilità del figlio dell’attore Filippo, presente all’inaugurazione, che ha donato cimeli, foto e altri oggetti.

CIMELI INEDITI
Il museo strutturato in maniera da sprigionare calore e familiarità propone con un percorso tra varie stanze alcuni materiali conosciuti e molti rari ed inediti come foto di famiglia, manoscritti e lettere del figlio Filippo, che ricostruiscono i primi anni della sua carriera: l’esordio a Teatro nel 1945 con Eduardo De Filippo in Napoli Milionaria nel ruolo di Peppe o’ Cricco, il primo film Assunta Spina (con Eduardo De Filippo) seguito nello stesso anno da La macchina ammazzacattivi di Roberto Rossellini, l’uscita dalla compagnia di Eduardo per approdare a quella di Peppino, l’ inizio della collaborazione con Walter Chiari per i primi Carosello nel ’58, seguiti da quelli con Dario Fo, Franca Rame e Nino Taranto, la famiglia Furia con la moglie, i genitori, con Eduardo e Titina De Filippo, Rosalia Maggio, ne Il berretto a sonagli di Pirandello, il teatro di rivista con Walter Chiari e un paio di Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate e Romeo e Giulietta. Naturalmente non potevano mancare locandine, manifesti e foto di set di film famosi nei quali Furia è stato coprotagonista come l’episodio Pizze a credito de L’oro di Napoli di De Sica al fianco di Sophia Loren, Il medico dei pazzi con Toto’ e Aldo Giuffre’, La banda degli onesti con Totò e Peppino, Il marito bello di Gianni Puccini e altri film con Totò e commedie nelle quali ricopriva ruoli più marginali ma incisivi. Poi ci sono varie teche con uno specchio, con dediche e materiali vari, la stanza della televisione, alcuni costumi e all’ingresso simpatiche sagome dello stesso Furia, e dei grandi – registi e attori – con i quali ha lavorato.

IL LIBRO
A corredo di tutto questo il libro di prossima uscita Vita di Giacomo Furia diventa uno strumento fondamentale per ripercorrere in lungo e in largo con dati e analisi la carriera e la vita privata dell’attore. Il volume ha aperto un varco nello studio approfondito dei caratteristi italiani sui quali a partire dagli anni ’70 è stato scritto molto da varie angolazioni in volumi con vari saggi, libri che hanno accompagnato rassegne e convegni, cataloghi e dizionari. Ma una monografia vera e propria dedicata a un singolo caratterista non c’era e anche l’impostazione filologica e metodologica data da Francesca al suo studio costituisce già un modello. Si tratta di uno studio frutto al tempo stesso di rigore filologico e passione, di ricostruzione scrupolosa del percorso artistico dell’attore e del gusto di raccontare anche indiscrezioni e aneddoti, della capacità di collocarlo nel contesto più generale del cinema italiano e della determinazione a non lasciare niente di incompiuto o inesplorato documentando tutta la sua attività espressiva oltre quella cinematografica per la quale è conosciuto maggiormente. Un libro imprescindibile per conoscere nei dettagli la sterminata e multiforme produzione dell’attore ma anche un lungo piacevole racconto che attraversa il periodo d’oro del nostro cinema.

CAROSELLO
Quindi si passa dall’approfondimento della figura del caratterista alla biografia dell’attore senza trascurare la vita privata, dai primi passi giovanissimo nel mondo del teatro alle prime interpretazioni per il cinema, dalle apparizioni in tv e in alcune pubblicità di Carosello al lungo sodalizio con Totò recitando in numerosi film e diventando una delle «spalle» preferite del Principe De Curtis. Fondamentale il capitolo dedicato a due famose pellicole nelle quali Furia ha avuto un ruolo e uno spazio da protagonista: L’oro di Napoli di Vittorio De Sica, dove interpreta nell’episodio Pizze a credito il marito di donna Sofia (Sophia Loren) e La banda degli onesti di Camillo Mastrocinque, dove è il pittore Cardone, falsario bonaccione, insieme a Peppino e Totò. L’autrice mette bene in evidenza il risultato espressivo dell’attore come prova inconfutabile del suo enorme bagaglio recitativo che solo la miopia del nostro cinema ha impedito di sfruttare al massimo per tanti altri ruoli da protagonista.