Altro che tregua. Tra i cento e più deputati cinque stelle almeno venti sarebbero pronti a lasciare il gruppo per dare vita a una formazione autonoma. E il numero diventa anche più grande se si considerano i deputati stanchi di risse, espulsioni e direttive che piombano dall’alto ma che ancora esitano a uscire allo scoperto. «Vogliamo recuperare il vero spirito del M5S, che ormai è diventato un partito come tutti gli altri, come dimostra anche la nomina del direttorio», spiegano.
Ormai tutto sarebbe pronto per quella che si annuncia a tutti gli effetti come la prima scissione del Movimento di Grillo, studiata fin nei minimi dettagli lunedì scorso quando i venti si sono dati appuntamento all’ora di pranzo per decidere il percorso di uscita. Massima attenzione e molte precauzioni, al punto che chi vi ha partecipato racconta di due riunioni diverse per non creare troppi sospetti. E alla fine la strategia di uscita è stata decisa, anche se non è stata fissata nessuna data ufficiale. Di sicuro non prima di domenica prossima, quando a Parma si terrà la riunione politica voluta dal sindaco Federico Pizzarotti e alla quale sono invitati parlamentari e attivisti del M5S.
A incrinare la determinazione di chi è deciso a lasciarsi alle spalle un’esperienza che considera ormai conclusa, non è servita neanche la telefonata tra Massimo Artini, ultimo espulso insieme alla collega Paola Pinna, e il premier Matteo Renzi mandata in onda lunedì sera nel corso di Piazza Pulita. Telefonata che in sé non ha nulla di scandaloso, tanto più che i due sono ex compagni di scuola, e in cui il premier ha espresso solidarietà ad Artini, ma che ha ridato fiato ai falchi consentendogli di insinuare oscure manovre contro il movimento. «Renzi fa scouting», è l’accusa lanciata ad esempio dall’ex capogruppo alla Camera Federico D’Incà. Che poi si è chiesto: «Quanti altri ricevono telefonate dal premier?». E non ci è andato leggero neanche Riccardo Nuti, per il quale nel movimento «ci sono più mele marce di quelle previste da Grillo».
Rispetto ai giorni scorsi l’atmosfera sembra comunque essere più tranquilla. In attesa dell’assemblea congiunta di giovedì ieri sera i deputati si sono visti in un’affollata riunione in cui l’argomento espulsioni non è stato neanche sfiorato (se ne discuterà giovedì) ma si è discusso ancora una volta se andare o meno in televisione e sull’eventuale partecipazione di Fico, Di Battista, Ruocco, Sibilia e Di Maio – il direttorio nominato da Grillo – alla scadenza di Parma. Dopo gli allontanamenti della scorsa settimana, non era presente nessuno della comunicazione, anche se alla fine è stata chiamata a partecipare la responsabile dello staff Ilaria Loquenzi.
Si tratta comunque del classico caso in cui la brace cova sotto la cenere. Da tempo infatti esistono contatti tra i venti pronti a uscire e i dissindti del M5S presenti in Senato. Contatti interrotti e poi ripresi proprio dopo gli ultimi avvenimenti. Con molte difficoltà, visto che al Senato gli ex 5 stelle vanno ormai ognuno per i fatti suoi, ma che comunque esistono al punto che si è ricominciato a discutere di un possibile soggetto politico comune. Anche perché, al contrario di quanto accade ai dissidenti del Pd, un eventuale ricongiungimento degli ex grillini potrebbe contare su una forte presenza nel territorio visto che tutti i MeetUp sono spaccati a metà tra quanti continuano a sostenere Beppe Grillo e quelli che lo criticano apertamente. Fantapolitica, al momento, ma che in un futuro più o meno prossimo potrebbe trasformarsi in realtà. E molto dipende proprio da quanto accadrà domenica a Parma. «La palla sta a Pizzarotti», spiega un senatore ex pentastellato. «Bisogna vedere se verrà allo scoperto oppure continuerà ad aspettare, magari sperando che nel frattempo il M5S continui ad autodistruggersi».
E Pizzarotti? Per adesso il sindaco sta bene attento a non offrire appigli a chi lo vedrebbe bene fuori dal movimento. La scadenza di domenica – per la quale è prevista la diretta streaming – ha fatto registrare il sold out, al punto che ormi non si accettano più iscrizioni ma solo liste di attesa. Il sindaco non ha mancato comunque di tendere la mano al M5S invitando il nuovo direttorio alla riunione. E ora aspetta una risposta.