La foto di un uomo con barba e capelli rasta, volto irriconoscibile e abiti coperti di fango circola da ieri in Argentina, provocando   anche l’ira della famiglia di Santiago Maldonado, che sta vivendo ore angosciose. È o non è dell’attivista 28enne desaparecido dal 1 agosto scorso il corpo trovato mercoledì nel fiume Chubut, in Patagonia? E risponde al vero, come riportato da alcuni media, che  addosso aveva  la sua carta d’identità?

L’unica certezza è che il cadavere da ieri mattina si trova a  Buenos Aires    e che «nei prossimi giorni» si  procederà all’autopsia e al test del Dna. La vicenda della scomparsa dell’attivista, avvenuta mentre partecipava nel villaggio di Cushamen a una manifestazione della comunità Mapuche che da anni rivendica terre acquistate da Luciano Benetton, aveva indignato l’Argentina come non era mai accaduto da quando è caduta la dittatura militare. A finire sulla graticola era stato fin da subito il presidente Macrì, che ora è preoccupato dei contraccolpi in vista delle elezioni di medio termine di domenica. Ieri  ha parlato con  Trump al telefono, ufficialmente di relazioni  commerciali e  Venezuela.