Una denuncia senza fondamento. Difficile valutare altrimenti il documento di oltre 300 pagine redatto dal pubblico ministero argentino Alberto Nisman. Un atto d’accusa contro la presidente Cristina Kirchner e contro il ministro degli esteri Hector Timerman, che il pm avrebbe dovuto esporre davanti al parlamento. Invece è stato trovato morto nel suo appartamento, domenica scorsa. Apparentemente si è sparato in testa con una calibro 22 e la magistratura esclude la «presenza di terze persone», ma non s’è trovata traccia di polvere da sparo sulle sue mani e i dubbi restano.

Qualcuno potrebbe aver eluso la stretta sorveglianza del magistrato salendo al 13mo piano della Torre Le Parc, nell’esclusiva zona residenziale di Puerto Madero, nella capitale. Nisman indagava su un attentato suicida di vent’anni fa, compiuto contro la mutua israelitica di Buenos Aires, l’Aima. Il 18 luglio del 1994, un kamikaze aveva ucciso se stesso e altre 85 persone e provocato anche centinaia di feriti. Una strage rimasta senza colpevoli, al pari della bomba contro l’ambasciata di Israele di due anni prima (29 vittime). Nel 2004, il presidente Nestor Kirchner aveva nominato Nisman a capo dell’inchiesta. Ben presto, nonostante altre indicazioni iniziali che puntavano «sulla pista interna» e chiamavano in causa la Cia e il Mossad, il pm aveva seguito la pista iraniana. Aveva chiesto il sequestro dei beni e l’estradizione di otto alti responsabili, fra i quali l’ex presidente Hashemi Rafsanjani e l’ex ministro della Difesa Ahmad Vahidi.

Secondo quanto già portato in luce daWikileaks, Nisman era manovrato da un ambiguo personaggio dei servizi segreti, con trascorsi da spia durante la dittatura argentina e relazioni con Cia e Mossad. Una consuetudine – denuncia la sinistra argentina – purtroppo frequente in buona parte della magistratura. Un dato che emerge dal fascicolo di accuse che il defunto pm avrebbe voluto rivolgere contro il governo Kirchner, accusandolo di voler proteggere l’Iran in cambio di accordi petroliferi. Per presentare la denuncia, Nisman era tornato dalle ferie e si era opposto a una discussione pubblica del suo fascicolo. Ma Kirchner ha reso nota l’intera denuncia di Nisman, che ruota intorno al un protocollo d’intesa, firmato tra Argentina e Iran nel 2013 per la messa in campo di una commissione d’inchiesta sull’attentato all’Aima. Cose già note. Secondo il pm, il governo argentino avrebbe messo in atto una «diplomazia parallela» per impedire l’estradizione dei sospetti. L’ex magistrato della Corte suprema Eugenio Zaffaroni ha dichiarato: «Penso che questo povero ragazzo sia una vittima in più dei depistaggi messi in atto contro l’inchiesta Amia. Una vittima delle false informazioni e delle false piste, non credo fosse in mala fede. E poi, il suo ritorno precipitoso dalle ferie è strano». Anomalie evidenziate da Cristina Kirchner che ha denunciato l’uso politico della vicenda a 9 mesi dalle presidenziali.