Quando si parla di imprese recuperate, è inevitabile andare con il pensiero all’Argentina del «fracaso» del 2001. A tredici anni di distanza, il quarto rapporto del Programma Facultad Abierta di Buenos Aires fotografa una realtà ormai consolidata e in continua crescita: al 31 dicembre 2012 nel Paese latinoamericano risultavano attive 311 fabbriche recuperate, che davano lavoro a 13.462 lavoratori. Nel 2001 furono 36, salite costantemente: dalle 163 del 2004 alle 247 del 2008, fino a oggi.

La maggior parte sono nel settore metallurgico: 61 cooperative per 2937 lavoratori. Seguono l’industria della carne (22 imprese per 2041 operai), quella alimentare (40 imprese per 1036 lavoratori) e il tessile (26 aziende per 1070 impiegati). Nel rapporto si trovano anche sei mezzi di comunicazione (il manifesto, in Italia, può essere considerato allo stesso modo), che hanno consentito di salvare 244 posti di lavoro. Dal 2010 al 2013 sono state recuperate 63 imprese: la maggior parte nel settore della grafica (11 per 305 lavoratori), alimentare (10 per 384 impiegati), gastronomico (9 per 226 posti di lavoro) e tessile (9 per 480 operai).

Un dato interessante riguarda l’attività dei sindacati durante il processo di recupero della fabbrica: nel 43 per cento dei casi hanno svolto un ruolo attivo, nel 21 per cento dei casi l’impresa non aveva delegati sindacali, nel 14 per cento non ha svolto nessun ruolo, mentre nel 18 per cento dei casi si sono addirittura opposti.

(Per consultare o scaricare l’intero rapporto in pdf)