Secondo il report 2019 pubblicato da Arcigay, i casi di transomofobia negli ultimi 12 mesi sono quasi raddoppiati: 187 quelli registrati – da maggio 2018 a oggi – contro i 119 dell’anno precedente. Per l’associazione, però, «il numero non esaurisce la dimensione del fenomeno» e non racconta come la discriminazione verso il mondo Lgbtq+ stia prendendo forma nei vari tessuti sociali. Per Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, si tratta di «un’impennata drammatica» che chiama in causa anche la politica e più direttamente la Lega. «Al ministro Salvini e ai tanti che si comportano come lui, questo report dovrebbe stimolare un profondo esame di coscienza».

Nel lungo elenco pubblicato da Arcigay vengono riproposti i casi di cronaca denunciati nell’ultimo anno: aggressioni, discriminazioni, ricatti, violenze in molti casi frutto «di una deliberata campagna d’odio da parte di forze politiche e gruppi neofascisti». E il raffronto con gli anni passati «traccia un trend che non può non allarmare». A questo fenomeno, sottolinea ancora Arcigay, «si connette quello dei crimini e delle parole d’odio che avvengono in contesti scolastici, ai danni tanto di studenti e studentesse quanto di insegnanti e presidi», ma «si discrimina anche nei luoghi di lavoro e del tempo libero – bar, ristoranti – dove le persone Lgbt vengono talvolta cacciate o stigmatizzate».

«I numeri e le storie che abbiamo raccolto negli ultimi 12 mesi – sottolinea Piazzoni – rafforzano e concretizzano un allarme di cui abbiamo da tempo forte consapevolezza e che ha un legame forte con il clima politico in cui il nostro Paese è sprofondato».

A questo proposito Arcigay sottolinea che «Un nodo centrale, che nell’ultimo anno si è vistosamente rafforzato, è quello dell’omotransfobia istituzionale, paradossale in un Paese che solo tre anni fa si è dotato di una legge per il riconoscimento delle coppie formate da persone dello stesso sesso». Il segretario di Arcigay cita esplicitamente la Lega come «una delle protagoniste di queste campagne d’odio», ricordando la condanna del senatore Pillon: «È un paradosso irricevibile: proprio chi dovrebbe prendersi cura della sicurezza dei cittadini, è leader di un partito che quotidianamente espone con la propria propaganda le persone lgbti alle violenze degli haters».