A nome di Arci e Fiom siamo stati fra i promotori di una iniziativa sull’Europa il 28/9 alla casa delle donne a Roma: «Europa che fare? Una giornata di riflessione aperta alle organizzazioni e reti sociali che si oppongono alle politiche di austerità e lavorano per un’altra Europa». Ci ha mosso la consapevolezza dell’importanza della dimensione europea per una azione efficace a ribaltare le politiche liberiste che hanno provocato il disastro sociale in Grecia e che in tutta Europa hanno imposto gravi limitazioni dei diritti e riduzione del salario dei lavoratori, tagli drastici al welfare e privatizzazioni dei beni comuni. Una impostazione che oggi attacca direttamente le costituzioni democratiche, ree di non subordinare diritti e libertà dei lavoratori e dei cittadini alle esigenze dei mercati finanziari (da qui una ragione importante per collegare la iniziativa del 28/9 alla manifestazione in difesa della costituzione del 12 ottobre).
Nei nostri interventi abbiamo sollecitato la costruzione di una piattaforma sociale per un’altra Europa, pensandola come lo strumento capace di riconnettere le tante istanze e pratiche di opposizione sociale che sono oggi in campo ma che si muovono su percorsi paralleli senza trovare, se non sporadicamente, momenti e punti programmatici di convergenza per una iniziativa comune, e che anche per questo sono sostanzialmente inefficaci a determinare una inversione di rotta.
Abbiamo condiviso, con gli altri soggetti promotori, i punti di riferimento per questa piattaforma (lavoro e beni comuni, democrazia e laicità, diritti di cittadinanza e identità mediterranea) e dalla discussione sono emersi alcuni punti condivisi, così riassunti da Raffaella Bolini nel suo intervento finale:

1. Confermare l’impegno per rafforzare le reti di connessione europee e mediterranee.

2. Costruire cooperazione rafforzata fra i paesi dell’Europa del Sud e solidarietà concreta con le vittime della crisi.

3. Portare i contenuti europei nelle piattaforme sociali nazionali.

4. Di fronte al grande vuoto di rappresentanza, e dei rischi che esso comporta, in particolare nell’anno delle elezioni europee, rendere maggiormente visibili le proposte credibili e possibili di una alternativa europea e mediterranea.

Le organizzazioni promotrici si impegnano dunque a proporre una piattaforma di contenuti essenziali condivisi che ci aiuti ad avere maggior capacità di impatto, e dia la possibilità a ciascuno di interloquire con maggior forza (ciascuno laddove è e ciascuno laddove può) con la dinamica sociale e politica (elezioni europee comprese)
Non era in alcun modo la nostra intenzione, né quella delle nostre organizzazioni, che lo scopo di questa giornata di discussione fosse quello di avviare il percorso per la costruzione di una lista elettorale per le prossime elezioni europee. Assolutamente legittimo che alcuni dei protagonisti e dei partecipanti si muovano in tal senso, ma poiché dalla cronaca uscita sul manifesto di domenica 29 si poteva intendere che la costruzione di una lista di sinistra per le europee (modello Syriza) fosse uno degli obiettivi della iniziativa del 28/9 ci teniamo a chiarire che questo non era nelle intenzioni dei promotori e soprattutto che non è minimamente l’intendimento di Arci e Fiom.

Raffaella Bolini – Arci
Stefano Maruca – Fiom, Responsabile Ufficio Internazionale

Prendo atto della precisazione e confermo di avere riportato fedelmente le opinioni riportate nell’articolo (ro. ci.)