Più passano i giorni, più le mosse dell’amministrazione torinese rispetto alla candidatura olimpica evidenziano obbiettivi che poco hanno a che fare con i Giochi del 2026. Probabilmente a Torino si vuole dimostrare all’Italia che il M5s è una forza moderata, lontana dal movimento del “No” dei tempi che furono.

La ribellione dei quattro consiglieri del M5s anti olimpiadi è durata quattro giorni. Durante un incontro riservato la sindaca Chiara Appendino li ha convinti che ci saranno tutte le garanzie affinché i prossimi Giochi sotto la Mole siano onesti e sostenibili.

Convinti i ribelli, Appendino ha scritto una lettera al presidente del Coni Giovanni Malagò. Poche righe in cui avanza una manifestazione di interesse, primo passo verso la candidatura ufficiale.

«Nel rispetto delle valutazioni personali dei singoli consiglieri, il gruppo consiliare del M5s Torino appoggia la decisione della sindaca Appendino con l’obiettivo di procedere compatti sullo studio critico e condiviso di quanto avverrà già da domani – afferma in una nota l’M5S – Il Movimento 5 stelle lavorerà con serietà nei prossimi mesi per capire se esistano i presupposti di sostenibilità economica, ambientale e sociale per procedere a una eventuale candidatura».

Il via libera era atteso per lunedì pomeriggio, quando il consiglio comunale dovrà discutere una mozione presentata dal Pd, in cui si domanda il passo già fatto dalla sindaca. Ma con ogni probabilità quella mozione verrà respinta, anche se il contenuto è l’oggetto della lettera già spedita al Coni.

Oppure verrà approvata, e quindi sarà la conferma di un decisione già presa dalla sindaca con la minoranza durante un incontro privato.

La decisione, inaspettata, non è stata ben accolta dal variegato mondo di movimento torinese e valsusino che lunedì manifesterà sotto al Comune: si prevede un presidio ancor più partecipato dato il modus operandi di questi giorni.

Eleonora Artesio di Torino in Comune: «La sindaca ha voluto battere sul tempo il dibattito del consiglio comunale. La discussione avverrà a fatto compiuto, per giunta dopo due settimane di chiacchiera politica in cui non si è mai parlato di sostenibilità ambientale ed economica dell’evento. Dal punto di vista formale non vedo elementi di scorrettezza, però noto un comportamento furbesco, di chi si nasconde dietro le scelte della Città metropolitana, rendendo inutile la discussione e ignorando i pezzi sociali che giustamente protestano per questa procedura. Lunedì discuteremo in un’atmosfera surreale».

Il presidente del Coni Malagò ha commentato in maniera ermetica la lettera d’interesse, limitandosi a informare il mondo che martedì si recherà al Cio. Nessuno dal Coni ha risposto ufficialmente, anche se la voce informale interna ieri pomeriggio bollava la missiva torinese con queste parole: «Piuttosto sca