La dolce tentazione della ruspa, anzi dell’annuncio della ripresa in diretta della ruspa in azione. Con la comunità in rivolta la via più breve per guadagnare consenso sembra essere sempre la stessa anche Torino. Alle otto e mezza del mattino la pagina social della sindaca Chiara Appendino posta la foto di un ruspa intenta ad abbattere un baracca circondata dal fango: «Campo Rom di via Germagnano: operazione straordinaria di abbattimento baracche abusive.

Dalla giornata di ieri la Polizia Municipale di Torino è al lavoro per demolire manufatti nel campo Rom di via Germagnano. A breve ulteriori aggiornamenti».

Non bastasse l’annuncio che scatena orde di plausi, encomi e cuoricini, dopo pochi minuti giunge il passo che si spinge oltre il salvinismo reale. Sulla stessa pagina, ufficiale, seguita da quasi 200mila accaniti sostenitori, compare: «Abbattimento delle baracche abusive nel campo Rom di via Germagnano. Tra poco la diretta».

Dopo qualche minuto, mentre valanghe di accuse travolgono la spensierata comunicazione di Appendino, viene mandata in diretta una conferenza stampa in cui il comandante della polizia municipale Emiliano Bezzon, la sindaca e l’assessore alla sicurezza annunciano l’abbattimento di 28 rifugi abusivi e roulotte presenti nel campo. Niente ruspe al lavoro quindi, «solo» una conferenza stampa per 28 rifugi vuoti abbattuti.

Il campo nomadi in questione è uno dei più grandi d’Italia. «In città non possono esserci zone franche. Il tema del ripristino della legalità è fondamentale», sostiene Appendino commentando i risultati dell’intervento. Intervento che non tocca la vita di nessuno direttamente, programmato da tempo e avvenuto senza tensioni. «Questo – aggiunge la sindaca – è un risultato storico. Dopo corso Tazzoli e corso Vercelli siamo arrivati anche alla zona abusiva di via Germagnano. Senza tensioni, liberando spazi per la riqualificazione».

L’operazione in sé, l’abbattimento di baracche vuote da mesi, è minima cosa rispetto al riflesso salviniano che si riversa sulla pagina social della sindaca in pochi minuti. Non era mai accaduto. Giubilante il commento di Fabrizio Ricca, consigliere comunale della Lega e proconsole del ministro dell’Interno a Torino: «Con Salvini la ruspa è una realtà di fatto! Dalle parole ai fatti!!!».

Paolo Tessarin, del collettivo Sistema Torino, il primo e l’unico gruppo organizzato della città a denunciare pubblicamente la deriva di un’operazione acchiappa leghisti, commenta: «Mettere alcuni argomenti delicati in mano alla comunicazione genera questo scempio: la politica sacrificata sull’altare del consenso, in una gara al ribasso con il competitor e compagno di governo leghista».

Paola Rollo scrive: «Che la città intraprenda azioni più o meno condivisibili e le comunichi come programmato, non fa una piega. Ma comunicare con tale bassezza, senza la cura di scegliere le parole meno mostruose, o che, peggio… non si colga la gravità di questo modo di comunicare un provvedimento delicatissimo, questo è davvero schifoso». Non manca chi è contento e chiede di sparare i Rom su Marte, oppure chi suggerisce di liberare nel campo i leoni o i gladiatori.

Nel campo nomadi rimangono 140 rifugi che ospitano 500 persone. Le operazioni di sgombero e abbattimento proseguiranno nei prossimi mesi.