Prima di tutto, come primo ministro e ora come presidente, Recep Tayyip Erdogan ha disposto una repressione metodica dei media in Turchia per anni. Erdogan sta perseguendo giornalisti di tutti i colori politici in maniera sempre più feroce nel nome della lotta al terrorismo e per la difesa della sicurezza dello stato. Gli arresti del regime di Erdogan, le minacce e intimidazioni non sono degni di una democrazia.

Can Dündar, direttore del quotidiano Cumhuriyet, e il capo-redattore del suo ufficio di Ankara, Erdem Gül, sono in prigione dallo scorso 26 novembre. Sono accusati di spionaggio e terrorismo perché lo scorso maggio hanno pubblicato le prove delle consegne di armi da parte dei Servizi di Intelligence turchi a gruppi islamisti in Siria. Sono entrambi giornalisti esemplari nella ricerca della verità e nella difesa delle libertà. Il presidente Erdogan ha detto pubblicamente che Dündar «pagherà per questo». Ma i giornalisti di Cumhuriyet hanno fatto solo il loro lavoro, pubblicando informazioni che erano di interesse generale. 

In un momento in cui il terrorismo internazionale è al centro delle preoccupazioni di tutti, è inaccettabile che le accuse politiche siano usate per sopprimere il giornalismo investigativo.

L’arresto dei due giornalisti è l’esempio più estremo dell’uso della giustizia a fini politici per mano della magistratura turca.

Molti giornalisti sono in prigione con accuse pretestuose di propaganda terroristica e insulti al presidente Erdogan. Il regime usa anche leve economiche per mettere pressione crescente sui media, mentre vengono approvate leggi draconiane. Noi, in qualità di figure pubbliche, sindacati per la libertà di stampa e ong, rifiutiamo la clamorosa erosione delle libertà di stampa in Turchia. Il paese è al 149esimo posto su 180 nell’indice di libertà dell’informazione di Reporters Without Borders.

Facciamo appello alle autorità turche perché liberino Can Dundar e Erdem Gul senza indugio, di far cadere tutte le accuse a loro carico, e di liberare tutti i giornalisti al momento il prigione per la loro attività giornalistica e le opinioni che hanno espresso.

Sollecitiamo le istituzioni e i governi dei paesi democratici di prendersi le proprie responsabilità e rispondere agli eccessi sempre più autoritari del presidente Erdogan.

 

–> Firma la petizione di Reportes Without Borders

Primi firmatari:

Noam Chomsky, linguista, Usa; Edgar Morin, sociologo, Francia; Carl Bernstein, giornalista, Usa; Günter Wallraff, giornalista, Germania; Zülfü Livaneli, scrittore, Turchia; Ali Dilem, fumettista, Algeria; Thomas Piketty, economista, Francia; Claudia Roth, politico, Germania; Paul Steiger, giornalista, Usa; Kamel Labidi, giornalista, Tunisia; John R McArthur, media executive, Usa; Jack Lang, ex ministro, Francia; Reporters Without Borders (Rsf); Committee to Project Journalists, (Cpj); International Press Institute (Ipi); World Association of Newspapers and News Publishers (Wanifra); International Federation of Journalists (Ifj); European Federation of Journalists (Efj); Ethical Journalism Network (Ejn); Global Editors Network (Gen); Turkish Association of Journalists (Tgc); Turkish Union of Journalists (Tgs)…