Intorno a noi l’Europa è in guerra. Confini invalicabili definiscono la fortezza dei diritti tra chi è dentro e chi deve rimanere fuori. Nel Mediterraneo, solo negli ultimi giorni, 700 persone hanno perso la vita nei naufragi.

Da Calais a Idomeni, le forze dell’ordine sgomberano ferocemente migliaia di uomini, donne e bambini. Ogni giorno, nelle nostre città, nuove e differenti forme di esclusione, violenza, discriminazione, disegnano il profilo di una brutale cittadinanza.

Anche a Padova, dal luglio scorso, l’ex caserma Prandina è stata trasformata in un hub che ospita centinaia di richiedenti asilo. A fronte di numerosi scandali legati alla gestione della cooperativa Ecofficina, ora rimossa, delle condizioni di sovraffollamento e malnutrizione, delle condizioni di lavoro precarie e totalmente inadeguate dei lavoratori e delle lavoratrici dell’accoglienza, non sono neanche garantite le visite di garanzia all’interno delle strutture. Diventa impossibile visitare questi luoghi per monitorare le condizioni in cui vivono centinaia di richiedenti asilo, che spesso costretti sotto il ricatto della commissione che giudica le loro domande preferiscono il silenzio alla denuncia.

Tutto questo, in un contesto di crescente odio xenofobo e discriminatorio, incentivato dalla giunta del sindaco leghista Bitonci.

Considerando questo quadro inaccettabile chiediamo alla Prefettura il massimo sforzo per:

  • La chiusura degli “hub” (Prandina, Bagnoli, Cona ecc..) che non garantiscono la tutela della dignità e dei diritti dei profughi a favore di un sistema di accoglienza fuori dalle logiche dell’emergenzialità.
  • Una gestione dell’accoglienza più chiara e trasparente per evitare che sia lasciata in mano a giganti delle cooperative (vedi Ecofficina).
  • Il rispetto dei diritti dei lavoratori: in particolare sorveglianza sull’inammissibile utilizzo dei voucher come forma normale per regolare i rapporti di lavoro nel settore. Provvedimenti atti a garantire il più possibile la continuità lavorativa in caso di variazione dell’appalto nella gestione delle strutture.

Infine, chiediamo con urgenza alla Prefettura:

  • La possibilità di avere accesso regolare, accompagnati da figure istituzionali, alla Prandina fino al momento della sua dismissione, e, attraverso «visite di garanzia», di poter monitorare le condizioni di vivibilità e igienico-sanitarie e il rispetto dei diritti e della dignità dei migranti.

Primi firmatari:

Guido Viale (scrittore)
Massimo Carlotto (scrittore)
Moni Ovadia (scrittore)
Giuseppe Mosconi (docente)
Gianni Tamino (biologo marino)
Devi Sacchetto (docente)
Umberto Curi (docente)
Roberto Marinello (consigliere comunale) Andrea Segre (regista) Adone Brandalise (docente)
Sandro Chignola (docente)
Omid Firouzi Tabar (ricercatore) non strutturato.

Adesioni: padovacittasolidale@gmail.com