Due indagini sulle macerie. Le procure di Rieti e Ascoli sono al lavoro già da qualche giorno per capire eventuali responsabilità per i crolli ad Amatrice, Arquata e Accumoli, se cioè la furia del terremoto di mercoledì scorso avrebbe potuto fare meno vittime e meno danni. A Rieti, il pool guidato dal procuratore Giuseppe Saieva indaga per disastro colposo, mentre ad Ascoli ancora non c’è ipotesi di reato. Entrambi i fascicoli comunque, per ora, non riportano indagati. La differenza sostanziale tra queste due inchieste è che mentre nel Lazio a venire giù sono stati anche edifici pubblici, nelle Marche si parla principalmente di abitazioni private. In pratica se nel primo caso potrebbero finire nei guai politici e dirigenti della pubblica amministrazione, nel secondo non si può escludere che a finire indagati saranno gli stessi terremotati. In un paese in cui si dà per scontato che ci sia un abuso edilizio più o meno dietro ogni angolo, la questione appare destinata a far discutere parecchio, anche perché il bilancio di 292 morti è un macigno e il ricordo degli scandali dell’Aquila ancora freschissimo.

Ad Amatrice l’interesse degli investigatori riguarda i materiali utilizzati e i collaudi effettuati alla scuola Capranica e all’ospedale Grifoni. Per quello che riguarda la scuola, la ristrutturazione è datata 2012 e già il titolare della ditta che effettuò i lavori, Gianfranco Truffarelli, offre spunti inquietanti sul tema: «Nessuno mi ha mai chiesto di fare lavori di adeguamento sismico, abbiamo fatto un’opera di miglioramento, che è cosa ben diversa». Cioè, questo genere di lavori ha interessato soltanto due ali della scuola (che in effetti non sono crollate), non l’intero edificio. Gli appalti erano divisi: una parte interessava la riqualificazione della struttura, un’altra era quella del miglioramento sismico, che a quanto pare non vuol dire adeguamento.
Nel 2015, poi, il Comune si mosse per un’ultima tranche di lavori, quella relativa al «completamento urgente» di «messa in sicurezza e prevenzione del rischio» della Capranica. A febbraio di quell’anno la Regione aveva stanziato 50mila euro e spiccioli in favore di Amatrice, a giugno la Giunta ce ne mette sopra altri 220mila. A vincere la gara, il 21 dicembre del 2015, fu la ditta Carlo Cricchi di Roma (solo omonima di quella finita sotto inchiesta per la ricostruzione di L’Aquila), con un ribasso record del 36.1%. I lavori, però, non hanno fatto in tempo a partire.

L’ospedale, invece, è al centro di una complicata battaglia tra il Comune di Amatrice e la Regione Lazio che dura da otto anni. Nel 2008 la giunta guidata da Piero Marrazzo decise di stanziare 12 milioni di euro per dei lavori di manutenzione ordinaria nei piccoli ospedali. Tutto è pronto nel giro di pochi mesi ma (aprile 2009) il terremoto dell’Aquila arriva a sconvolgere i piani, mentre la Regione nel frattempo era passata in mano a Esterino Montino: il Grifoni risulta sì danneggiato (e c’è un verbale che lo confermerebbe), ma l’iter si blocca. A Roma si comincia a dire che non ha senso tenere in piedi un piccolo ospedale come quello di Amatrice se nelle vicinanze c’è già quello di Rieti. Gli anni successivi sono una lotta continua tra il sindaco Sergio Pirozzi e la Regione guidata da Renata Polverini, con il primo che arriva a minacciare una secessione verso le Marche.

Ad Accumoli, si indaga sul campanile della chiesa del paese. Lesionato dal sisma del 1997, i lavori di ristrutturazione sono cominciati soltanto nel 2004 e, visti i pochi soldi a disposizione, invece di un intervento strutturale di messa in sicurezza, si fanno soltanto dei ritocchi, delle migliorie, una passata di trucco su una struttura logora. Su questi elementi sta cominciando a muoversi la procura di Rieti, con i soccorritori che sono stati autorizzati ad andare alla ricerca di documenti utili tra le macerie. L’inchiesta è dunque in una fase assolutamente preliminare, mentre il grosso del lavoro partirà soltanto dopo i funerali delle vittime laziali del sisma.

Il sostituto procuratore di Ascoli Umberto Monti, dal canto suo, ha aperto un fascicolo in cui raccoglie notizie che, al momento, non costituiscono reato. Ogni valutazione sarà fatta dopo l’arrivo della relazione richiesta dalla procura ai carabinieri, che nei giorni scorsi sono andati a rovistare tra i luoghi del disastro alla ricerca di elementi utili. La procura ascolana avrebbe disposto accertamenti anche sull’ospedale di Amandola (Fermo), una parte del quale è crollata nella notte del sisma, con i pazienti che sono stati evacuati.