C’è un po’ di suspence ma davvero appena appena. La ripresa della Direzione di Ap destinata a sancire il divorzio amoroso tra le due anime del partito mai nato slitta di quasi un’ora e in più non si fa vedere Beatrice Lorenzin, che molto più di ogni altro aveva insistito per evitare la non sofferta divisione. Quando poi arriva Maurizio Lupi, capintesta della fila diretta ad Arcore, con la bozza di documento da sottoporre all’assemblea e Fabrizio Cicchitto la definisce «prima tappa di un accordo politico» il dubbio che qualcosa sia andato storto è inevitabile.

Invece no. La Direzione vota all’unanimità. Il divorzio è di quelli che nemmeno serve dire «restiamo amici», tanto evidente è il feeling tra i separati in casa. O meglio nella sede dei gruppi parlamentari, che resteranno uniti fino a scioglimento della legislatura e nel malauagurato caso che dovessero pensarla diversamente su qualche particolare è già pronto un patto di consultazione. Su simboli e nomi invece l’intesa va ancora messa a punto. L’ipotesi di battezzare Ncd il gruppo in marcia verso destra e Ap quello indirizzato verso casa Renzi resta ma non è detta l’ultima parola.

Ma è già storia di ieri. All’ordine del giorno adesso c’è la collocazione dei profughi nelle due coalizioni-rifugio. A destra il problema principale è come far risaltare lo scudo crociato nella «quarta gamba» appiccicata al centrodestra dal chirurgo di Arcore. Ci finiranno in parecchi, tra rimpatriati e impresentabili: il rischio che i quarti di nobiltà scudocrociati nel simbolo si perdano è temuto.

Al Nazareno, dove lo sponsor numero uno di una legge basata sulle coalizioni ha fretta di dimostrare che è capace di costruirne una, vogliono correre. Il gruppone centrista schiererà Lorenzin come frontwoman, ma con lei ci saranno Casini, Dellai col suo Centro democratico, Gianluca Galletti, il ras siciliano Giuseppe Castiglione in rappresentanza sia del chiacchieratissimo Cara di Mineo che dell’”impresentabile” Alfano. Ma i geniacci del Nazareno sperano in un acquisto dell’ultima ora: Bruno Tabacci, consigliere tra i più ascoltati da Pisapia. Dall’ambizione di riunificare tutta la sinistra a una lista con Lorenzin e il prode Castiglione sarebbe davvero un bel salto.