Il rito abbreviato per uscire fuori dalla nube del calcioscommesse, a pochi mesi da Euro 2016. Anche se non era presente a Cremona per l’avvio delle udienze preliminari di Scommessopoli, l’inchiesta sul calcio truccato che vede indagati oltre 100 protagonisti del calcio tra Serie A, Serie B e Lega Pro e che quattro anni fa partiva proprio dalla città lombarda, per poi scovare nuovi filoni tra Catanzaro, Napoli, Antonio Conte ha catalizzato l’interesse con la richiesta, così sembra a quanto si è appreso dall’aula bunker della procura cremonese, di procedere al rito abbreviato per la sua posizione.

Il ct nazionale italiana è accusato di frode sportiva, in riferimento ad Alfinoleffe – Siena del 29 maggio 2011 (Conte era tecnico dei toscani), mentre è stata chiesta l’archiviazione per Novara – Siena del 30 aprile 2011. Sempre per Conte nei mesi scorsi è venuta a cadere l’accusa più pesante a suo carico, l’illecito sportivo. «L’idea è di cercare di uscire al più presto da questa vicenda, questo è il nostro obiettivo.

Ci siamo mossi in questo senso», ha dichiarato a proposito Francesco Arata, uno degli avvocati di Antonio Conte. «Stiamo lavorando su questo, abbiamo presentato memorie, è stato ridotto il capo di accusa e lavoriamo su un’ipotesi omissiva in quanto allenatore che non avrebbe vigilato sul comportamento di qualche giocatore, un’ipotesi su cui ci muoveremo. Il problema nostro è di venirne fuori in fretta. Conte? L’ha sentito il mio collega Cammarata, è sereno, ma vuole che questa vicenda finisca al più presto, la sua è una totale estraneità e in questo senso ci siamo mossi, il problema è il danno e l’esigenza di fare in fretta».

Nella prima fase dell’udienza cremonese, che si è tenuta a porte chiuse, sono state esaminate le costituzioni di parte civile, che dovrebbero essere circa 117. Come Conte, erano assenti anche gli altri pezzi grossi dell’inchiesta cremonese, da Stefano Mauri (Lazio) a Beppe Signori, ex Lazio, Bologna e Sampdoria, Cristiano Doni, ex capitano dell’Atalanta (per lui e Signori, accusa di frode sportiva e anche di associazione per delinquere), Stefano Colantuono, ex allenatore dell’Atalanta ora all’Udinese (l’Atalanta non si è costituita parte civile contro il tecnico, sì invece contro Doni e la punta Guido Marilungo), Sergio Pellissier (Chievo) e Massimo Mezzaroma, ex presidente del Siena.

Era presente invece l’ex portiere di Cremonese e Benevento Marco Paoloni. Il suo presunto avvelenamento con benzodiazepine versate nelle borracce dei calciatori della Cremonese nell’intervallo della gara contro la Paganese (Prima Divisione, 2010) denunciato dallo stesso club apriva le danze negli uffici della procura di Cremona, con gli arresti a giugno 2011. E uno dei nodi affrontati è stato quello della competenza territoriale: se il processo associativo si svolgerà a Cremona, molti legali dei diretti interessati chiederanno che le frodi sportive siano giudicate nei tribunali delle città in cui sarebbe stato commesso l’illecito. Mentre ci sono stati già dei patteggiamenti. Con nomi illustri, partendo da Ilievski, lo Zingaro, uno dei personaggi chiave dell’inchiesta, parte dell’associazione a delinquere che lavorava per truccare le partite, prima ricercato e poi costituitosi. Un pentito chiave, assieme ad altri due calciatori, Gervasoni e Carobbio.