Antifascisti e «stanchi di doverci giustificare»
La manifestazione di Roma Migliaia al corteo organizzato dal Movimento degli studenti palestinesi d’Italia
La manifestazione di Roma Migliaia al corteo organizzato dal Movimento degli studenti palestinesi d’Italia
«Siamo tutti antifascisti, siamo tutte antifasciste!» cantano in coro le migliaia di persone presenti ieri al corteo pro Palestina di Roma, organizzato dal Movimento studenti palestinesi d’Italia. «Ripudiamo ogni neofascista che strumentalizza la causa palestinese, ripudiamo ogni forma di antisemitismo!» è stato ripetuto più volte dal furgone che apriva il corteo. In piazza Vittorio Emanuele alle 9:30 c’erano già diverse centinaia di persone, ma nessun rappresentante di Italia Libera, la cui presenza era stata annunciata venerdì dal leader, Giuliano Castellino.
Dopo quasi tre ore dall’inizio sono riusciti a unirsi alla manifestazione anche gli Studenti medi, che erano stati bloccati in mattinata a Porta Portese mentre provavano a raggiungere il Miur per un presidio in risposta a quello organizzato da Azione e dal Blocco studentesco. «Non vogliamo più doverci giustificare dicendo di non stare con Hamas. Chiediamo la Palestina libera, una volta liberata saranno i palestinesi a scegliere come organizzarsi», sottolinea Karim del Movimento studenti palestinesi. «Quello che sta succedendo a Gaza è un massacro, ma noi non ci stupiamo se i governi europei e quello Usa continuano a sostenere Israele, perché Israele è un progetto coloniale occidentale e in quanto tale gode del supporto di tutto l’occidente – interviene Basam dei Giovani palestinesi d’Italia – non ci stupiamo quando da Sigonella partono aerei che contengono armi, con cui verranno uccisi i palestinesi. Non ci stupiamo che i droni che vengono utilizzati per il controllo dei confini del Mediterraneo siano gli stessi che utilizza Israele. Non ci stupiamo quando l’Italia decide di adottare le stesse misure coercitive israeliane, come la detenzione amministrativa nei Cpr, in cui i migranti vengono detenuti senza alcun diritto. Non ci stupiamo che qui non ci sia nessun rappresentante del governo, perché sappiamo benissimo che i governi e i popoli sono due cose diverse».
Dopo i primi interventi uno sciame di bandiere palestinesi si è mosso verso Via Giovanni Giolitti, anche questa volta non mancavano quelle del Marocco e della Tunisia. Su via Tiburtina due ragazze hanno cominciato a sputare sulla folla. La situazione si è risolta velocemente e il corteo ha proseguito verso piazzale Aldo Moro. Difficile trattenere l’emozione, quando lungo la strada che porta all’università, ha riecheggiato tra i palazzi del quartiere Mawtini , «patria mia», sorta di inno palestinese.
Presente ieri anche Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina e già vicepresidente del Parlamento europeo: «Troppo è il dolore, troppa è l’indignazione per le nostre responsabilità! Ieri si è chiusa un’altra pagina vergognosa per l’Unione europea che era a Washington con gli Stati uniti per supportare e mandare armi a Israele; quando invece Israele dovrebbe essere portato davanti alla Corte penale internazionale per i crimini che commette da ben 75 anni. Il popolo palestinese deve essere libero sulla propria terra. Libero come tutti i popoli», ha dichiarato Morgantini.
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