Passaggio in aula al senato per il disegno di legge anticorruzione. Alla fine la conferenza dei capigruppo ha trovato un piccolo spazio per salvare le apparenze. La legge attesa da due anni e ritardata infine per le divisioni nella maggioranza si discuterà solo la prossima settimana. Ma almeno ieri, per mezz’ora, subito dopo la fumata nera per l’elezione dei giudici costituzionali, si è potuta ascoltare la voce del relatore (il senatore D’Ascola di Ncd) e si può dire che la fase finale è cominciata. Non è detto che sia senza rischi: si teme che nella legge ci sia un «baco».
Resta infatti il problema dell’emendamento del governo, che riguarda la non punibilità del falso in bilancio in casi di particolare tenuità del danno, ma che va a cambiare un decreto legislativo che il governo ha emanato appena e che entrerà in vigore solo il prossimo 2 aprile. Si può cambiare una legge prima che questa sia applicabile? La commissione non ha formalmente risposto.

«Il problema c’è, ma riguarderà il presidente del senato quando il provvedimento verrà votato in aula», ha sostenuto il presidente della commissione giustizia Nitto Palma, di Forza Italia, accusato dal Pd di fare ostruzionismo. Lui però l’emendamento l’ha messo in votazione, anche se convinto che «richiamando un articolo non ancora in vigore era privo di portata normativa, il che mi avrebbe imposto di dichiararne la inammissibilità». Ma ha preferito girare la questione al presidente del senato.
Il ministro della giustizia Orlando ha sostenuto l’opposto. «Sono schermaglie di carattere procedurale – ha detto – l’articolo può essere votato, non esiste un problema legato al decreto, ci sono tanti provvedimenti in cui si fa riferimento ad articoli di legge che non hanno ancora efficacia». Secondo Orlando «se il tema è la conoscenza da parte dei componenti della commissione, il testo era già stato distribuito. Se il problema era la pubblicazione del testo in Gazzetta ufficiale, questo è accaduto mercoledì». Ma anche lui sa che il problema è un altro: quella legge da emendare entrerà in vigore solo il 2 aprile. «Il tema della vigenza riguarda il testo quando esce dall’aula dopo il voto finale, non quando arriva in aula», replica Orlando, lasciando intendere che quando la legge anticorruzione e sul falso in bilancio sarà approvata definitivamente – deve ancora passare per la camera dei deputati – il 2 aprile sarà passato da un pezzo».

Persino più sofisticata la versione del relatore D’Ascola: «È vero che il decreto sulla tenuità del fatto non è entrato in vigore, ma è vigente, cioè è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è dunque conoscibile. I parlamentari cioè – assicura il senatore del Ncd – sono perfettamente in grado di mettere a punto dei sub emendamenti visto che la norma è conoscibile e verificabile». Se ne riparlerà da mercoledì in aula, al senato.