Nella mia vita, i giorni in cui mi sono svegliato come stamattina si contano sulle dita di una mano. Oggi è il giorno in cui un mio nuovo film avrà la sua anteprima mondiale.

Accadrà stasera per Fahrenheit 11/9, che sta per inaugurare la prima serata del Toronto International Film Festival, l’evento cinematografico del Nord America.

Mancano ormai solo poche ore da quel momento in cui le luci si affievoliranno, il sipario si alzerà e il mio lavoro, con tutte le sue rivelazioni e gli avvertimenti e le idee pericolose – beh, pericolose politicamente per un Presidente che non ha intenzione di lasciare la Casa bianca a meno che il Secret Service non lo trascini fisicamente fuori da lì – sarà condiviso con il resto del mondo.

Questo campanello di allarme di film vuole essere il mio contributo per accendere il fuoco in un’opinione pubblica disperata e scoraggiata che deve – DEVE – fare il suo lavoro e porre fine alla pazzia al 1600 di Pennsylvania Avenue.

Ho trascorso la maggior parte di quest’anno costruendo un film che non solo spiegherà come “@ # %” abbiamo fatto a finire con Trump, ma ci aiuta anche a trovare la via d’uscita.

Devo avvertirvi però: nel film non uso i guanti con nessuno. Non risparmio critiche nemmeno a me stesso.

Questo film è IL momento della verità di cui tutti abbiamo bisogno da un bel po’, e credo che la sua uscita nazionale nei cinema americani il prossimo 21 settembre possa essere il vero inizio della fine per Donald Trump (e, forse soprattutto, la possibile fine del sistema marcio e corrotto che ci ha regalato Trump).

Credo anche che, mentre ci avviciniamo al 6 novembre, c’è un’enorme tsunami di donne, di giovani e di persone di colore (ovvero i DUE TERZI del pubblico americano) che forse – forse – affogheranno tutta questa banda puzzolente con un numero record di voti nelle elezioni di medio termine.

Ma questo non succederà da solo – e iniziare a celebrare prematuramente la vittoria come è successo nel 2016 farà in modo di lasciare tutto il potere ai repubblicani negli anni a venire.

Donald Trump non è semplicemente caduto dal cielo.

La sua ascesa alla presidenza non è stata un’aberrazione e non avrebbe dovuto essere uno shock.

E’ stato il risultato finale logico di una lunga spirale al ribasso culminata con uno dei nostri cittadini più disgustosi che ha conquistato la nostra carica più importante. Una delle nostre menti più ingannatrici è al vertice dello stato. Uno dei nostri imbroglioni più fraudolenti è armato dei poteri della presidenza per proteggerlo.

Da quel giorno fatidico, le 2:29 del mattino del 9 novembre 2016 (negli Usa datato 11/9 appunto, ndt), quando l’Associated Press ha ufficialmente assegnato la vittoria elettorale a Trump, abbiamo cercato di salvare ciò che resta della nostra democrazia.

Questo non è un film che ti dice quanto è coglione Donald Trump, quanto è buffone Donald Trump o quanto è bugiardo Donald Trump.

Su queste cose sai già tutto. Anzi, tutti sanno già tutto (tranne forse il tuo cognato conservatore, la cui mente non sarai mai in grado di cambiare). Non perderei il mio e il tuo tempo a fare quel tipo di film. E con tutto il dovuto rispetto per il tuo cognato conservatore, non abbiamo bisogno di lui.

Siamo noi la maggioranza in questo paese, lui è la minoranza, lui lo sa, ed è per questo che è così arrabbiato!

Io e il mio team invece siamo usciti in missione per raccontare una storia molto più importante. È una storia sulla speranza – e su quale falsa speranza ci hanno dato.

È una storia di inganni e tradimenti. È una storia su cosa succede a una nazione quando tocca il fondo. È la storia di chi siamo come persone e cosa significa essere americani nell’era di Trump.

Infine, è una storia su dove potremmo essere diretti come società.

La mia troupe e io abbiamo spostato mari e monti per assicurarci di consegnare questo film il più presto possibile.

Sono felice di annunciarvi che Fahrenheit 11/9 sarà distribuito in più sale cinematografiche di qualsiasi altro mio film precedente – oltre 1.500 cinema in tutti gli Stati uniti (sarà distribuito anche in decine di altri paesi in tutto il mondo).

Quando debutteremo il 21 settembre, mancheranno solo 45 giorni alle elezioni più importanti della storia americana (e con la registrazione degli elettori ancora aperta in tutto il paese!).

Basta, ora vado a Toronto. Per stasera mostrerò solo un film. Poi, lunedì sera a Flint, terremo la prima statunitense di Fahrenheit 11/9. Tutto questo è molto emozionante per me e voglio solo ringraziarvi per tutto il supporto che mi avete dato nel corso degli anni. Ogni giorno, anche oggi, c’è una nuova notizia che ci fa vibrare il cuore.

Non dimenticate mai che siamo noi la maggioranza.

Ora dobbiamo alzarci. E’ l’unico modo per uscire da questo casino. Con affetto,

Michael Moore

Mike@michaelmoore.com

(testo originale tratto da michaelmoore.com, traduzione e adattamento dall’inglese di matteo bartocci)