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Anros, la voce delle associazioni

Anros, la voce delle associazioniLe colline di Caracas – La Presse

Venezuela Intervista al deputato German Ferrer

Pubblicato quasi 9 anni fa

Solo con la volontà non si può riuscire, ci vuole una rivoluzione della conoscenza che metta un freno all’improvvisazione”, dice al manifesto German Ferrer, deputato chavista eletto nel Lara (uno stato governato dall’opposizione) e conduttore di una trasmissione “bipartisan” in Globovision. Ferrer è il coordinatore di Anros, l’Associazione nazionale delle reti e delle organizzazioni sociali, un collettore politico indipendente che ha festeggiato il suo quindicesimo compleanno nella storica piazza Bolivar di Caracas.

Cosa sono stati questi quindici anni?

Un costante lavoro sociale nelle comunità, sfidando reticenze e temperie politiche. Essere arrivati fin qui, è già un piccolo miracolo. L’associazione è nata il 13 dicembre del 2000 in base a un’indicazione di Chavez circa la necessità di creare istanze di articolazione con la base. Da allora, siamo presenti in tutti gli stati del paese, in vari paesi dell’America latina (Brasile, Argentina, Cile, Ecuador, Repubblica dominicana) e anche in Italia e Germania. Funzioniamo come un attivatore politico e sociale, un collettore di esperienze, associazioni e organizzazioni. La nostra principale funzione è quella di formare leader, donne e uomini del potere popolare che lavorano nelle comunità e nelle istituzioni. Organizziamo corsi abilitati dalle università pubbliche e private, in base ad accordi nazionali e internazionali. Organizziamo campeggi sui temi ambientali, di genere, sulla difesa integrale, sull’economia, come si può vedere anche dalla nostra pagina web. Il nostro principale obiettivo è quello di rafforzare il progetto delle comunas e dei consigli comunali, ossatura e futuro di questa rivoluzione. All’interno della Unisur, l’Università del sud, lavoriamo per creare un corpo accademico capace di dirigere e indirizzare le nuove istanze di trasformazione. La nostra proposta, ora, è quella di una scuola di governo del potere popolare. Ci vuole una rivoluzione dei saperi e della conoscenza. Spesso gli errori si commettono per ignoranza e improvvisazione, non per malafede.

Dopo la batosta elettorale, qual è il bilancio delle associazioni?

Tutti dobbiamo farci un esame di coscienza, profondo e introspettivo, senza masochismi ma guardando in faccia il problema: abbiamo perso, scontando la disaffezione di una grossa parte di elettorato. Con questo spirito, Anros ha concluso in questi giorni il proprio congresso. La rivoluzione bolivariana ha subito il feroce attacco delle destre, con una forte campagna di discredito e aggressione finanziaria a livello internazionale e con una guerra economica che, all’interno, facendo mancare i prodotti e inducendo un’inflazione stellare, ha sfibrato il morale delle classi popolari. Movimenti e collettivi hanno cercato di supplire a molte inadempienze e ritardi di eletti e funzionari, ma la riflessione, adesso, riguarda tutti. L’economia venezuelana soffre di profonde distorsioni, l’industria privata gode di sussidi insostenibili senza dare nulla in cambio. E lo stato sborsa 12 mila milioni di dollari all’anno per regalare combustibile. A fronte della drastica caduta del prezzo del petrolio, bisogna far pagare un po’ la benzina. Fare il pieno a una macchina di grosso calibro costa meno di una bottiglia d’acqua. Il contrabbando verso la Colombia, di benzina e alimenti sussidiati, ci ha dissanguato, complicità e corruzione lo hanno agevolato. Ci vuole un controllo sociale capillare a tutti i livelli, ci vogliono riforme monetarie, un limite alle importazioni e il rafforzamento delle unità produttive locali, una spinta in avanti nella costruzione dello stato comunale e nel rafforzamento del potere popolare. Le destre hanno già annunciato la volontà di azzerare tutte le conquiste sociali e di voler cambiare le istituzioni del paese. Occorre sbarrargli la strada, rafforzando l’unità e l’appoggio popolare ai 55 deputati eletti. In tutti questi anni, il chavismo ha saputo crescere nelle difficoltà.

Durante la IV Repubblica, lei ha partecipato alla guerriglia guevarista, ha subito il carcere e la tortura. Perché molti giovanissimi, che più di tutti hanno tratto vantaggio dal socialismo bolivariano hanno votato per quelli di prima?

Non è sempre facile per un giovane identificarsi con l’istituito e avere un quadro chiaro dell’epoca tenebrosa della IV Repubblica. Le democrazie dell’alternanza hanno torturato, sparato sugli operai, buttato gli oppositori dagli aerei, costretto molte persone all’esilio, ma i loro falsi discorsi evidentemente fanno ancora presa. Le loro ricette, che hanno provocato il disastro nella IV Repubblica, ne promettono un altro oggi. Il loro modello economico è basato sui privilegi per pochi e sull’esclusione. Rinnovare gli sforzi affinché i giovani si riapproprino della memoria storica, è fondamentale.

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