Interrogazione parlamentare di Stefano Fassina (LeU) alla ministra del lavoro Nunzia Catalfo (M5S) sui «gravi comportamenti antisindacali» avvenuti ai danni delle Camere del lavoro precario e autonomo (Clap), il sindacato rappresentativo di 157 lavoratori all’agenzia delle politiche attive del lavoro (Anpal). Fassina ha chiesto chiarimenti sulla stabilizzazione di 654 precari e su una contestazione del diritto allo sciopero. Chiara Gribaudo (Pd) ha chiesto a Catalfo «di condannare scelte antisindacali. Non si spiega il motivo per cui i fondi per i precari siano deviati su nuovo personale e si prevede di spendere una cifra assurda, 25 milioni di euro, per una piattaforma che ne vale 600mila».

La storia della lotta dei precari dell’Anpal è lunga e tenace. L’ultimo colpo di scena è avvenuto il 25 novembre scorso durante un incontro con le Clap dove l’azienda avrebbe comunicato l’intenzione di assumere meno di 400 persone rispetto alle 654 convenute. Tra gli assunti ci sarebbero “Data Scientist” addetti alla produzione dei dati che, a partire dal giugno del prossimo anno (così ha sostenuto il presidente Anpal Mimmo Parisi), dovranno seguire la piattaforma digitale necessaria all’incrocio dell’offerta e della domanda di lavoro per i beneficiari del cosiddetto “reddito di cittadinanza”.

Stando alla ricostruzione degli ultimi e frenetici sviluppi di questa epopea, all’esclusione dal tavolo delle trattative sindacali delle Clap si è aggiunta negli ultimi giorni la comunicazione da parte dell’Anpal inviata ai lavoratori dipendenti che, il 20 novembre scorso, hanno aderito a uno sciopero indetto dalle Clap in solidarietà con i precari. “Ci pare evidente – ha commentato in una nota il sindacato – che ci troviamo di fronte a un atteggiamento aziendale violentemente antisindacale. Tale condotta è due volte antisindacale: per un verso, si insinua che le CLAP non possono validamente proclamare scioperi; per l’altro, si discriminano lavoratrici e lavoratori alle Clap iscritti, chiedendo loro di abbattere il monte ferie e/o permessi per giustificare l’assenza nella giornata in cui hanno scioperato”. Le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil hanno solidarizzato con le Clap: “Chiediamo all’Anpal di riconoscere il diritto allo sciopero come soggettivo e inalienabile per ogni singolo lavoratore” hanno sostenuto.

“Quello che sta succedendo nella vertenza Anpal Servizi è grave e preoccupante – ha commentato Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana – LeU – È ora che il governo e la ministra garantiscano il rispetto dei più banali diritti costituzionali, e che si dimostri nei fatti di essere contro la precarietà del lavoro in tutte le sue forme”. “E’ inaccettabile che l’azienda abbia proposto un piano di stabilizzazione per meno di 400 lavoratori,e che sia attaccato il diritto costituzionale di sciopero. La ministra Catalfo convochi le parti e prosegua la trattativa con lealtà e nel rispetto delle indicazioni dettate dal Legislatore”.

All’ultima stazione dell’epopea dei precari dell’Anpal, la situazione è dunque la seguente: una parte cospicua dei precari rischia, al momento, di perdere un lavoro svolto in molti casi da anni. E, così, si ritorna al paradosso da cui è partita questa vicenda: i precari da cercare un’attività per chi non ha lavoro diventeranno loro stessi disoccupati e, teoricamente, beneficiario del sussidio di povertà. E questo nonostante la volontà del parlamento che ha confermato la loro stabilizzazione.