Ci ha pensato lei stessa a mettere ordine nella sua vita firmando una serie di agilissimi volumetti autobiografici nei quali ripercorre le tappe che le hanno permesso di diventare – suo malgrado – un’icona della cinefilia modernista, al pari forse solo di Anna Karina. Nata il 14 maggio del 1947 a Berlino, figlia di Claire Mauriac e del diplomatico Yvan Wiazemsky, nipote dell’accademico di Francia François Mauriac, la futura attrice e scrittrice è la discendente diretta di una famiglia aristocratica russa rifiugiatasi in Francia subito dopo la rivoluzione d’ottobre.

Anne Wiazemsky ha rievocato le circostanze dell’incontro dei suoi genitori, avvenuto a Berlino, nel volume Mon enfant de Berlin. Dopo avere trascorso l’infanzia fra Ginevra e Caracas, rientra in Francia nel 1961. Alla morte del padre, avvenuta poco dopo, con la madre si reca a vivere dal nonno François, cui la legherà sempre un affetto profondo e tenero nonostante le divergenze che li separavano nei confronti della religione.
L’incontro con Robert Bresson, che le offrirà il ruolo di protagonista di Au hasard Balthazar, avviene tramite l’intermediazione di Florence Delay. Il regista realizzerà il film rispettando scrupolosamente gli impegni scolastici della ragazza. Ed è sul set del film che Jean-Luc Godard e Anne Wiazemsky s’incontrano per la prima volta. Lei ricorda che Godard sul set si muoveva con circospezione, in evidente adorazione del maestro, prestandole poca attenzione, anzi mostrandosi addirittura sgarbato. Il rituale dell’intervista è ricordato come poco più che cordiale, con Godard sempre più a disagio e Bresson cortesemente distante.
Questo incontro non lascerà grandi the tracce nella ragazza che poco tempo dopo indirizza al regista, all’epoca simbolo della rivoluzione della nouvelle vague , un’appassionata lettera d’amore recapitata negli uffici dei Cahiers du cinéma. Nella lettera, secondo una sovrapposizione caratteristica degli amori fiammeggianti della cinefilia dell’epoca, quando un cineasta o un film si ergevano a segno di una percezione completamente nuova del mondo, dichiara di amare i film del regista e di amare di conseguenza lui.

Anne Wiazemsky Enregistrement de l'emission Vol de nuit sur TF1 Paris, FRANCE-11/01/2007
Anne Wiazemsky Enregistrement de l’emission Vol de nuit sur TF1 Paris, FRANCE-11/01/2007

Godard, alle prese con i postumi della dolorosa lacerazione con Anna Karina, i tentativi frustrati di convincere Marina Vlady del suo amore per lei, inizia a frequentare la ragazza. La famiglia di Wiazemsky non vede di buon occhio questa relazione che sembra mettere in pericolo i loro «piani» per lei. La relazione con Godard, vissuta da entrambi con immenso trasporto, al punto che al momento del loro matrimonio semiclandestino, avvenuto a Begnins, in Svizzera, Godard tenta di convincere in tutti i modi il sindaco che celebra il matrimonio di prendere lui il nome della moglie e viceversa.

Il primo frutto della collaborazione artistica fra i due è La cinese, film che viene presentato anche nell’ambito del festival del teatro di Avignone, una cosa più unica che rara all’epoca. Frequentando l’università a Nanterre, Wiazemsky conosce Daniel Cohn-Bendit che poi ritroverà mesi dopo per le strade di Parigi durante i moti del maggio parigino. La relazione con Godard s’interrompe nel 1970, nonostante i due continuino a collaborare. Nonostante le obiezioni di Godard, geloso, Anne Wiazemsky inizia a essere richiesta come interprete anche da altri registi. Nel 1968, Pier Paolo Pasolini la chiama per interpretare Teorema. Ammirando Pasolini, Godard non può che cedere.

Il corteggiamento insistito di Carmelo Bene per averla in Capricci è descritto dall’attrice con grande affetto e – nonostante gli anni trascorsi – una punta residua di timore. Poco dopo è la volta di Marco Ferreri che la vuole per Il seme dell’uomo. Alla lettura del copione, Godard è scandalizzato. Non apprezza per nulla che sua moglie debba apparire nuda per tutta la durata del film. Ferreri, strategico, modifica la sceneggiatura. L’attrice indosserà in ogni scena abiti diversi. Purtroppo la collaborazione con Bertolucci, che la venerava, non si concretizzerà.

Inevitabilmente, il ‘68 e gli anni immediatamente successivi sono quelli su cui si concentra l’attenzione dei cinefili anche se l’attrice e scrittrice lavora duramente per sottrarsi al cono d’ombra del marito, come testimonia il premio Goncourt ottenuto nel 1993 per il suo romanzo Canines.
Cinque anni dopo ottiene il Grand Prix du roman de l’Academie française per Une poignée des gens. Nel 2007 vince il Jean-Freustié per Une jeune fille. Anche nel cinema continua a lavorare collaborando con Philippe Garrel (L’enfant secret e Elle passé trop d’heures sous les sunlights), Claire Denis e André Techiné, fra gli altri. Anne Wiazemsky ha ceduto ieri al cancro che l’aveva aggredita, e non possiamo che salutarla ricordandola nel bianco e nero di Bresson e ascesa infine al cielo della rivoluzione sulla gru che chiude One + One di Godard