Con la prefettura di Kumamoto nel Giappone meridionale ancora oggi teatro di forti attività sismiche che sembrano non voler fermarsi, ricordiamo che lo scorso 14 aprile una scossa di magnitudine 6.2 ed una di grado 7 due giorni dopo hanno colpito la zona devastandola, il terremoto e in generale il tema del disastro restano degli argomenti molto presenti ed esplorati dall’arte prodotta nell’arcipelago nipponico.

Dall’antichità quando i maremoti e i danni causati dalle scosse venivano raffigurati e forse esorcizzati in dipinti di vario genere, fino ai manga e all’animazione contemporanea, in «Si alza il vento» ad esempio, l’ultimo lungometraggio di Hayao Miyazaki, viene rappresentato il terremoto del Kanto del 1923, mentre non si contano tutte le opere derivate in un modo o nell’altro dalla tragedia che ha colpito la zona del Tohoku nel marzo del 2011. Solo per restare nel campo dell’animazione va ricordata almeno la serie televisiva del 2009, Tokyo Magnitude 8.0 dove sono narrate le vicende di Mirai e Yuki, sorella e fratello rimasti soli nell’isola artificiale di Odaiba dopo che un terribile evento sismico ha causato distruzione e cambiato la forma della metropoli giapponese, i due vengono aiutati da una giovane donna assieme alla quale cercheranno di tornare a «casa» e ritrovare i propri genitori.

La serie si caratterizza per il suo tono pacato e per niente concentrato sulle immagini del disastro in se e per se, ma più per uno stile quasi da «scene di vita vissuta», insomma cerca di concentrarsi sulle piccole cose quotidiane e sulle emozioni e il senso di volontà e di fratellanza che nasce quasi spontaneamente dopo una catastrofe di tali dimensioni. Proprio della giornata di ieri è la notizia che Pigtails, un mediometraggio animato realizzato dalla Production I. G è stato presentato in anteprima mondiale al WorldFest di Houston dove si è aggiudicato il Platinum Remi Award. Originariamente si trattava di un’animazione facente parte di un progetto più ampio, una piece teatrale con brani letti ad alta voce, musica e sand art, ma al festival americano sembra sia stata presentata solo la parte animata, creata e diretta da Yoshimi Itazu. A

Animatore e character designer di peso nell’ambiente giapponese, Itazu in passato aveva già lavorato con Miyazaki e Satoshi Kon, di quest’ultimo doveva essere il key animator del progetto mai ultimato The Dreaming machine. Inoltre aveva già collaborato con la Production I. G partecipando in veste di animatore al bel lungometraggio Miss Hokusai, un lavoro che come il manga da cui è tratto, si concentrava sulla figura della figlia del grande pittore Hokusai, ragazza che molto spesso aiutò il padre nella realizzazione delle sue opere.
Pigtails è una riflessione sulla situazione del post terremoto 2011 nella zona del Tohoku, tratto dal manga Mitsuami no Kami-sama di Machiko Kyo e visivamente anche da alcune opere di Derek Jarman, specialmente il giardino che l’artista britannico creò nelle vicinanze della centrale nucleare di Dungeness.

Pigtails racconta di una ragazza con i capelli a coda di cavallo che vive da sola in una piccola casa costiera nella zona colpita dal triplice disastro, terremoto, tsunami, crisi nucleare, ma che nonostante tutto continua ogni giorno a portare avanti i suoi gesti quotidiani fra cui mettere ad asciugare i panni ogni mattina. Come Tokyo Magnitude 8.0, anche Pigtails sembra essere un’opera dal tono poetico e che si lega molto alla sensibilità per l’effimero del popolo giapponese, un tema che nel bene e nel male è sempre molto percepibile nella vita quotidiana di chi vive nell’arcipelago.

matteo.boscarol@gmail.com