Il nuovo leader del partito socialista greco Pasok/Kinal si chiama Nikos Androulakis, ed è un eurodeputato cretese di 42 anni. È stato eletto domenica, al secondo turno delle primarie, ottenendo il 70% dei voti socialisti. Umiliante la sconfitta del suo avversario George Papandreou, figlio del fondatore ed ex premier, travolto bruscamente dalla crisi del debito del 2010. Più tardi Papandreou si staccò dal partito del padre per fondare il “Movimento dei Socialisti Democratici” che è stato un fallimento. Papandreou è riuscito a entrare in Parlamento solo come componente del Kinal, il “Movimento per il Cambiamento” che ha associato al Pasok i piccoli partitini del centrosinistra. Ora molti commentano che se l’ennesima sconfitta non ha segnato la fine della carriera politica di Papandreou, sicuramente ha dato un duro colpo al suo fortissimo desiderio di riprendere in mano il timone del partito paterno.

La competizione pre elettorale dei due candidati era segnata dalla stessa promessa: superare l’attuale 8% e riportare il Pasok ai fasti del secolo scorso. Promettendo miracoli irrealizzabili, ambedue i candidati alla presidenza del partito hanno evitato di rispondere al vero problema: il giorno dopo le prossime elezioni, che si svolgeranno con il sistema proporzionale semplice, con chi formeranno il governo? Con Nuova Democrazia di Mitsotakis oppure con Syriza di Tsipras?

Androulakis, laurea in ingegneria civile, è emerso nel gruppo dirigente alla fine del secolo scorso, quando il Pasok era guidato Kostas Simitis, il premier che lo portò sulla via del thatcherismo. Suo mentore è stato Evangelos Venizelos, brillante costituzionalista, anche egli esponente del socialismo neoliberista. Domenica Simitis e Venizelos si sono scomodati per votare la loro creatura. Il nuovo leader è stato votato in massa anche dai sostenitori di Andreas Loverdos, il candidato alla presidenza apertamente sponsorizzato dalla destra, uscito terzo al primo giro quindi escluso dal voto di domenica. Gli altri candidati esclusi, che avevano mostrato qualche interesse per un “governo progressista” con la sinistra, hanno evitato di dare indicazioni di voto.

Androulakis dovrà affrontare il problema della sua assenza dai dibattiti al Parlamento nazionale, dove il Pasok/Kinal dovrà essere rappresentato dal presidente del gruppo parlamentare oppure dal segretario, che nei partiti greci ha una funzione amministrativa più che politica. Nel periodo pre elettorale egli aveva sottovalutato il problema, ma gli infuocati dibattiti parlamentari sono seguiti da milioni di cittadini e la sua assenza non gli gioverà.

La destra non nasconde la sua soddisfazione per il nuovo leader socialista, considerato in grado di riportare in casa le centinaia di migliaia di elettori socialisti che si sono spostati a sinistra. Lo stesso Androulakis ha ritenuto che i circa 200 mila cittadini che hanno partecipato alle primarie mandino un messaggio di ripresa del partito. Valutazione difficile da comprendere, visto che alle ultime elezioni il suo partito era stato votato da più del doppio degli elettori delle primarie. Ha invece ragione Androulakis a ritenere che il suo partito ha qualche speranza di ripresa se dentro Syriza continua all’infinito la feroce lotta di correnti tra chi vuole un partito ideologicamente duro e puro e chi invece vuole abbracciare tutte le componenti progressiste della politica greca.