Se raccontare una vita è difficile, narrare la vita di un artista visivo usando le immagini è una sfida ardua ma una tentazione alla quale molte autrici e autori non vogliono resistere, che sfocia in un filone molto frequentato nel fumetto. Ne è prova concreta il folto catalogo di Centauria dedicato ai graphic novel o, come ricorda Voglino, alle graphic biographies: è lui lo sceneggiatore del libro pubblicato a fine 2021 sul messicano Diego Rivera, disegnato da Luca Bertelè. E mai come in questo caso la considerazione iniziale sembra calzante: Rivera è uno dei personaggi più ingombranti nel mondo dell’arte del XX secolo, la cui opera e figura sono spesso associate in modo sbrigativo e non troppo lusinghiero al suo legame tormentato con la più famosa Frida Kahlo, alla quale provocò sicuramente molti dispiaceri.

Un uomo di profonda complessità e feconda produzione artistica, un «hombre» enorme, per il quale a detta stessa degli autori non è stato semplice costruire un racconto che ne restituisse lo spessore. Le parole arte amore e furia menzionate nel sottotitolo sono i tre assi sui quali gli autori impostano il ritratto di Don Diego, eccentrico, provocatorio, vocato all’arte dalla nascita, responsabile di aver trasportato millenni di storia del suo paese su tele, pareti e muri e di aver condiviso l’immaginario messicano con il mondo intero. Nella sua formazione spiccano maestri e artisti presentati diligentemente ritratti e incorniciati nella galleria della vita di Rivera: dal messicano Posada-incisore e inventore delle celebri calaveras, gli scheletri parodici testimoni della presenza della morte nella vita popolare- ai surrealisti con i quali militò per qualche tempo a Parigi, prima di abbracciare il cubismo di Picasso e Gris. Tra i suoi viaggi in Europa, grande importanza ebbe la visita in Italia dove il pittore ammirò le tecniche e i soggetti rinascimentali.

Tornato in Messico dove aveva trionfato la rivoluzione, grazie all’appoggio del ministro dell’Istruzione Vasconcelos all’arte e alla cultura, che promosse la nascita del sindacato dei pittori, Rivera poté rendere reale quel progetto sviluppato negli anni: una pittura pubblica che raccontasse la storia del popolo e della sua gente. Il muralismo diventò uno strumento politico che Rivera seppe esportare non senza polemiche anche negli Stati Uniti. Anche il resto, il suo amore per le donne (soprattutto quello sempiterno per Frida, che sposò due volte) e il cibo, per esempio, è meticolosamente raccontato nel libro che disegnato con tratto realistico, affollato come i suoi giganteschi murales, rende la ricchezza umana e professionale della vita di Rivera, la sua forte ideologia politica- che lo portò a espellersi dal partito comunista che lui stesso aveva fondato- e il suo carattere impossibile.

Il racconto è funzionale alla grandezza del personaggio e se è vero che si apre con il suo affollatissimo funerale, poi torna alle origini per toccare tutte le tappe della produzione artistica, con i lavori fondamentali e l’evoluzione dello stile sempre fedele al racconto delle sue idee. Gli autori intessono con uno sforzo comprensibile, che guadagna espressività anche grazie ai colori di Manuela Nerolini, una narrazione a fumetti guidandoci alla scoperta di un vero e proprio gigante dell’arte e del suo canto generale dipinto per amore alla storia e ai valori della sua gente.