Per le donne è più alto il rischio di infortuni, soprattutto mortali, nel tragitto lavoro-casa mentre le patologie dell’apparato osteo-muscolare rappresentano ormai il 90% delle denunce di malattie. Una alta incidenza quella degli infortuni in itinere confermata sia dai dati complessivi del 2017 che da quelli provvisori del 2018: la quota di decessi avvenuti per le donne nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro pari al 53% del totale (55 casi su 104). È l’Inail a pubblicare il nuovo dossier «Donne dell’Inail» alla vigilia dell’8 marzo che analizza il fenomeno infortunistico e tecnopatico al femminile.

Una tipologia di infortuni, quella in itinere, che anche nel 2017 si è confermata molto più alta nelle donne rispetto agli uomini sia in valore assoluto (rispettivamente 52.823 casi contro 48.714) sia in percentuale (22,9% contro 11,9%). Una forbice ancora più ampia se si considerano le denunce di casi mortali: anche nel 2017 tra le donne più di un decesso su due (52,3%) è avvenuto in itinere, mentre tra gli uomini lo stesso rapporto è stato pari a circa uno su quattro (24,2%).

Stabili invece, sempre nel 2017 le denunce per infortuni sul lavoro che hanno riguardato le donne nelle tre gestioni principali (Agricoltura, Industria e servizi, conto Stato): complessivamente sono state 231.067, il +0,3% sul 2016.

A fronte di un aumento dell’1,6% dell’occupazione femminile, le denunce delle lavoratrici sono passate dalle 245.252 del 2013 alle 231.067 del 2017, con una diminuzione percentuale del 5,8%, più contenuta rispetto a quella rilevata tra i lavoratori (-8,8%). Differenze di genere ancora più accentuate se si confrontano le variazioni percentuali delle denunce di infortunio con esito mortale, che nel quinquennio per le lavoratrici sono calate del 4,3% contro una flessione più decisa e soprattutto costante delle denunce maschili pari al 10%, con la sola eccezione del 2015.

Quanto alle malattie professionali delle donne nel 2017 queste ammontano a quasi 15.851 (785 in meno rispetto al 2016), pari al 27,3% delle 58.025 tecnopatie denunciate nel complesso.

L’aumento del 12% rispetto alle 51.822 denunce del 2013 è l’effetto di un incremento pari al 5,5% tra le donne.