È salito a sei il bilancio dei morti nel sotterraneo di Cizre, città kurda nel sud est della Turchia, sotto coprifuoco da metà dicembre. Tra i 23 civili ancora in vita (ormai senza cibo né acqua) ci sono un bambino di 12 anni, studenti, anziani: avevano trovato rifugio in quella casa per proteggersi dall’artiglieria turca. Ieri il sito kurdo AnfEnglish ha pubblicato foto scattate nel sotterraneo: cadaveri nascosti da coperte, feriti sdraiati a terra con le mascherine sul volto.

Ai soccorsi è impedito di portarli fuori: ieri i soldati turchi hanno sparato contro le ambulanze che cercavano di raggiungere l’edificio mentre la Corte Suprema turca ha rigettato la petizione che chiedeva di riconoscere la violazione dei diritti dei civili intrappolati. Risponde lo stesso Erdogan: le notizie sul rifiuto a fornire assistenza mediche – dice – sono «tutte bugie, forse non sono nemmeno feriti».