Il giorno del giudizio è vicino, almeno per Maria Rocco. Al contrario di Fabio Vettorel, infatti, la 23enne feltrina fermata e poi tradotta in carcere ad Amburgo durante le proteste contro il G20, ha già una data per l’udienza di fronte al giudice tedesco.

Si terrà domani, con il sostegno dell’avvocato difensore. Non potrà affiancarla invece la madre, che aspetta da sabato di poter incontrare la figlia, invano. Jamila Baroni invece ha aspettato pazientemente fino a ieri per risentire il figlio 18enne, sapere che sta bene, che non gli è successo niente di brutto.

«Inizialmente mi hanno chiamata per chiedermi il nome dell’avvocatessa, visto che con il trasferimento nel carcere minorile alcune carte sembrano essere andate perse», racconta la donna, «poi la direttrice gli ha concesso 5 minuti per parlare con me e questo mi ha molto sollevata. L’ho sentito tranquillo, mi ha detto che non ha subito violenze e ha ribadito la sua innocenza e la versione dei fatti raccontata da Maria».

Ovvero che i due sono stati bloccati dalla polizia a seguito di una carica mentre cercavano di soccorrere una giovane con una frattura esposta al piede. «Mi ha detto che si è dichiarato prigioniero politico», racconta la donna, sorridendo di uno dei pochi aneddoti di questa brutta e ancora molto ambigua faccenda.

Nemmeno oggi è dato sapere quali siano i capi di imputazione contro i due giovani, rei per il momento solo di aver manifestato il loro dissenso contro il tavolo internazionale tra i poteri più industrializzati e influenti del pianeta. «Al momento si trova in una cella da solo e ha chiesto di poter ricevere alcuni libri», conclude Baroni, «nella sua situazione non può incontrare altri detenuti. Era un po’ frastornato, ma sta cercando di affrontare la cosa con fermezza. Oggi potrà incontrare l’avvocatessa. Ancora non so quando potrò incontrarlo».

Di Maria Rocco invece si sa poco altro, perché non ha più potuto comunicare con l’esterno ma anche perché si trova in un’altra struttura detentiva.

Per manifestare la loro vicinanza ai compagni «ingiustamente reclusi», ieri pomeriggio i ragazzi del Postaz hanno organizzato un presidio con musica e due striscioni esortativi in largo Castaldi, di fianco a porta Imperiale.

Un centinaio le persone andate e venute dal gazebo, alcune volti noti di altri centri, gruppi e partiti della provincia, altri passanti per caso, altri ancora giovanissimi.

Durante l’iniziativa è stato fatto un collegamento telefonico con Fabio del Berlin Migrant Strikers, che assieme ad altre 14 persone, tra cui l’europarlamentare italiana di Rifondazione Comunista Eleonora Forenza, è stato detenuto per 24 ore.