«Il sindaco di Quarto deve dimettersi. Se non lo fa il #M5S aggiungerà una blackstar al suo simbolo» si leggeva ieri sull’account twitter di Roberto Saviano. A giugno aveva scritto: «In Sicilia a Gela e ad Augusta e in Campania a Quarto il M5S vince perché non si è rivolto al voto di scambio».

La Dda sta indagando sul consigliere comunale pentastellato di Quarto Giovanni De Robbio: recordman di preferenze (840), è accusato di tentata estorsione al sindaco del suo movimento, Rosa Capuozzo, con l’aggravante del metodo mafioso. Su di lui sarebbero confluiti i voti del clan Polverino, attraverso l’imprenditore Alfonso Cesarano, in cambio avrebbe dovuto agevolare gli affari, in particolare nella gestione dello stadio e degli appalti relativi a urbanistica e cimiteri. Per fare pressione sul sindaco, De Robbio e soci avrebbero utilizzato il ricatto: un dossier su un presunto abuso edilizio. Il Movimento ha cacciato l’ormai ex consigliere il 14 dicembre, prima dell’avviso di garanzia ma dopo aver saputo dell’inchiesta.
I grillini oggi pomeriggio a Quarto hanno organizzato un flash mob per la legalità in risposta al presidio tenuto venerdì dal Pd in Consiglio comunale. I democrat non siedono tra i banchi dell’opposizione poiché sono stati esclusi per un errore nella presentazione delle liste, così la richiesta di dimissioni l’hanno fatta dai banchi del pubblico. Capuozzo, tra le lacrime, aveva replicato: «Contro la camorra ci dovete sostenere tutti. Non c’è colore politico e dobbiamo essere tutti uniti». Il Quartograd, definita società «chiacchierata» da alcuni giornali, ieri ha puntualizzato: «Siamo una squadra di calcio popolare, non abbiamo lo stadio in gestione e anzi ci siamo rimboccati le maniche per rimetterlo in sesto, dopo la vandalizzazione, per renderlo disponibile a tutti».

Pd e Sinistra italiana chiedono lo scioglimento del comune, ma l’inchiesta non è chiusa e il sindaco è parte lesa. A sostenere il Movimento ci ha pensato Grillo dal suo blog. Il post di ieri è stato ripreso da un testo del vice direttore di Libero Franco Bechis: «In un anno 83 esponenti Pd indagati e perfino arrestati per reati che coprono tutte le sfumature del codice penale, associazione mafiosa compresa. Non da quelle labbra è accettabile l’indegno can can che si sta facendo su un esponente del M5s di un piccolo comune del napoletano».
Marco Di Lello, socialista, insiste: «L’audizione in commissione antimafia della sindaca è necessaria perché la gestione del territorio e dello stadio erano i due punti per cui si era arrivati allo scioglimento del comune». Il senatore di Sel, anche lui membro della commissione, Peppe De Cristofaro, puntualizza: «Condivido la richiesta di un’audizione e credo che serva la commissione d’accesso nel comune. Mi avrebbe fatto piacere se tutta l’intransigenza che oggi tanti dirigenti ed esponenti del Pd riservano a questa vicenda, l’avessero avuta anche nei confronti di quei candidati impresentabili che affollavano le liste a sostegno di De Luca».
Il governatore campano, già indagato per concorso in concussione per induzione e rivelazione del segreto d’ufficio, ieri commentava ironico: «Estendo a Grillo l’invito, già rivolto a Di Maio, a un confronto pubblico sui temi della trasparenza e della correttezza amministrativa. Rivolgo lo stesso invito, qualora fosse libero dai salotti televisivi, anche a Saviano».