Anche l’Arci sarà oggi a Ventimiglia. Ma non è questa una novità né un fatto eccezionale. Non solo siamo stati in tutto questo periodo presenti nella cittadina di frontiera ma, in questi anni, dal 2010 per la precisione, il nostro lavoro e la nostra concreta solidarietà sono state una costante. Grazie a questo lavoro l’Arci a Ventimiglia ha ben due circoli fortemente radicati di cui uno, Arci al Confine, nato proprio sull’onda del nostro impegno solidale. Ci saremo dunque, insieme a tutte le associazioni e i volontari e insieme ai tanti che arriveranno, appositamente, da altre parti d’Italia. Si è parlato di prima “vittoria” nell’appello lanciato da molte personalità tra cui il nostro grande amico e compagno di strada Livio Pepino; per alcuni versi “vittoria” forse rischia di deformare la portata complessiva del lavoro solidale fatto a Ventimiglia in questi anni e le condizioni in cui si è vissuto/operato. Però credo di averne colto lo spirito positivo e, in fondo, ritengo si possa definire in questo modo il ritiro della delibera che vietava di “somministrare cibo ai migranti”. E allora se di vittoria parliamo questa lo è, in primo luogo, per la costanza delle tante e dei tanti che in questi anni non hanno mai smesso di ricercare il dialogo anche quando appariva impossibile. Un vittoria delle associazioni e dei volontari che hanno continuato a prestare la loro opera in quella città, nonostante tutto e nonostante tutti, sapendo che il mantenimento di un clima equilibrato era la prima, fondamentale, condizione per permettere di proseguire il lavoro di aiuto e di solidarietà nei confronti delle persone in transito. Una vittoria di chi, ostinatamente, ha sempre agito per far prevalere un diritto e non semplicemente una contrapposizione. Una vittoria di chi, dalla parte delle Istituzioni, ha continuato a lavorare tenendo aperti i canali di comunicazione con l’altra parte. Una vittoria dei cittadini e delle cittadine di Ventimiglia che hanno tenuto testa alle tante sirene del bieco egoismo e dei predicatori d’odio. Una vittoria che pone un freno al quella cultura securitaria per la quale si criminalizzano le ONG che salvano vite in mare, si lotta contro i poveri e non contro la povertà, indebolendo, attraverso la paura e l’odio, il senso di comunità. Ecco, questa se si può definire vittoria è perchè può segnare l’inizio di una riscossa civile in cui i diritti, il buon senso, la solidarietà, la giustizia, hanno ritrovato una loro centralità nella cittadinanza attiva e nel nostro quotidiano. Una sensazione o piuttosto una speranza che conferma come, di questi tempi, la vera rivoluzione, rimane la ricerca del dialogo, sempre e comunque, pur nella radicalità dei valori. Per questo il 30 aprile non solo saremo in tanti come Arci a Ventimiglia ma da qui proseguiremo con ancora più convinzione.

  • presidente Arci Liguria