Al tempo del coronavirus nessun ministero può fare a meno di un comitato, una commissione o una taskforce. Spesso tutte queste cose insieme. Ad esempio la scuola. Ieri la ministra Lucia Azzolina ha precisato che i 18 professionisti guidati da Patrizio Bianchi (ha avuto l’investitura di Romano Prodi) sono un «comitato» che svolgerà un ruolo diverso dalla «task force» sull’«emergenza educativa» che esiste da anni ed è operativa da febbraio per dare supporto psicologico a docenti e studenti. Il comitato, o «tavolo di lavoro», resterà in carica fino al prossimo 31 luglio a titolo gratuito, formulerà proposte sull’avvio dell’anno scolastico, sull’edilizia scolastica, sull’«innovazione digitale»; sulla formazione e il reclutamento dei docenti. Ambiti di pertinenza ministeriale. Come nel resto della comitatologia prodotta dall’emergenza non mancano le polemiche sulle «competenze». «Pensare di progettare la riapertura della scuola senza partire dai Comuni – ha detto Cristina Giachi, responsabile scuola dell’Anci – è miope e dannoso». Anche le regioni si erano fatte sentire nei giorni scorsi. Non è escluso che, a livello locale, si formeranno sub-comitati che si sovrapporranno ai livelli istituzionali pre-esistenti.

Non è ancora chiaro il modo in cui il nuovo comitato potrebbe interagire sulla questione drammatica del reclutamento dei docenti, ad esempio.Quello che è certo è il conflitto radicato tra la ministra Azzolina e i sindacati. Già prima dell’esplosione della pandemia, a poco più di un mese dal suo insediamento dopo le dimissioni di Lorenzo Fioramonti, avevamo riportato una storica rottura che ha portato anche all’indizione di uno “sciopero per i precari” della scuola per i quali erano previsti due concorsi, ordinario e straordinario, per un totale di 48 mila cattedre. Sciopero ritirato per la sopraggiunta quarantena. Non sono affatto diminuite le tensioni. Ieri, dopo un nuovo confronto tra Miur e sindacati, tutto è rimasto inalterato, anche l’esclusione dei docenti del sostegno. Respinta la proposta sulla stabilizzazione per titoli proposta dai sindacati che hanno posto un’obiezione sensata: se si tornerà a scuola a settembre, con modalità tutte da studiare, perché e in che modo organizzare un concorso in presenza, presumibilmente in estate? Considerata l’urgenza, sostengono i sindacati, si può invece procedere alla stabilizzazione per titoli di chi insegna da più di 36 mesi consecutivi e, proprio per questo, ha maturato una professionalità già da anni. Per il ministero questa soluzione non è prevista nella normativa vigente.

Su quattro concorsi, straordinario secondaria, ordinario secondaria, infanzia e primaria, procedura straordinaria abilitante, il ministero ne vuole svolgere solo uno: quello straordinario secondaria, riservato ai docenti con almeno tre anni di servizio tra il 2008/09 e il 2019/20. La prova si baserà solo su un test ritenuto fondamentale: 80 quesiti a risposta multipla, quattro opzioni di risposta di cui una sola corretta, da svolgere in 80 minuti. Operazione semplificatrice che non sembra restituire la complessità di un percorso di insegnamento. Chi supererà questa soglia ma non risulta vincitore per inferiore peso di titoli e servizio ottiene la decantatissima abilitazione, che comunque non dà diritto all’assunzione. Il Miur non intende avviare “percorsi per l’assunzione che prevedano valutazioni in itinere o in uscita sull’effettivo lavoro di un insegnante dentro una vera scuola” commenta il Coordinamento Precari/ie di Bologna e Modena. Questo coordinamento evidenzia come questi docenti si stiano “spendendo nella didattica a distanza quanto i loro colleghi di ruolo, senza poter godere dello stesso sostegno economico e di una relativa certezza sul futuro”.

Per iil sottosegretario all’Istruzione Peppe De Cristofaro( LeU) vanno trovate «soluzioni alternative di selezione del concorso straordinario che al tempo del coronavirus non può essere svolto». E poi vanno riaperte e riaggiornate le graduatorie. Va risolto il problema della copertura dei rinnovi di tutte le supplenze brevi. «Su queste questioni il nostro impegno in queste ore e nei prossimi giorni nel governo e in parlamento sarà massimo»,

La domanda per il concorso sarà molto ampia. Si parla dal 28 maggio al 3 luglio. Se le condizioni sanitarie lo permetteranno dopo si deciderà di effettuare la prova. I docenti che passeranno saranno assunti, in maniera retrodata, dal primo settembre. «Siamo convinti e ribadiamo – sostiene Francesco Sinopoli (Flc Cgil) – che la strada intrapresa dal Ministero è sbagliata, non consente la copertura delle cattedre e produrrà un aumento esponenziale delle supplenze. La nostra richiesta invece, è una misura ponderata e lungimirante: coprire le migliaia di cattedre vacanti con una procedura per titoli per poi procedere alla formazione abilitante e successivamente alla valutazione prima di dare la conferma nel ruolo».