L’offensiva russa continua a stringere l’assedio su Mariupol, dopo i primi bombardamenti a Odessa e i ripetuti attacchi sulle zone periferiche della capitale ucraina. La città portuale è stata definita un «panorama infernale gelido crivellato di cadaveri ed edifici distrutti» da Human Rights Watch. Le 300mila persone intrappolate a Kherson, conquistata dai russi, sarebbero a corto di cibo e medicine; l’ambasciata americana in Ucraina ha poi citato dati del ministero degli esteri ucraino, denunciando «il rapimento» di 2.389 bambini dai territori controllati dalla Russia di Luhansk e Donetsk.

UN MORTO A KIEV dopo un attacco via drone in un istituto scientifico di Kiev. Secondo le autorità ucraine, inoltre, dall’inizio della guerra i russi avrebbero attaccato almeno dieci ospedali. Nonostante le continue notizie drammatiche provenienti dalle città ucraine, continua a tenere banco lo stato dell’avanzata russa e le perdite dell’esercito russo.

Analisti e specialisti si sono cimentati nel tentativo di capire se l’invasione voluta da Putin stia procedendo come previsto, come ripetuto più volte dal Cremlino, o se invece stia subendo intoppi. Alcuni di questi sono stati già segnalati: problematiche di tipo logistico, di preparazione dei soldati, di inaspettata resistenza dell’esercito ucraino, di proteste anche nelle città occupate.

La sensazione è che la Russia sia in difficoltà dal punto di vista militare, anche se ieri il Cremlino ha dichiarato che «Fin dall’inizio, nessuno pensava che un’operazione militare speciale in Ucraina avrebbe richiesto un paio di giorni». Un elemento sul quale ci si è concentrati è stato il tentativo di capire quanti soldati russi siano morti in ormai 28 giorni di guerra; secondo Mosca si tratterebbe di 498 uomini, anche se nella serata di lunedì il Komsomolskaya Pravda ha – per un attimo – pubblicato un resoconto del ministero della difesa secondo il quale i militari morti sarebbero oltre 9mila e 16mila i feriti.

Notizia sparita quasi subito, ma salvata da molti. Ieri il Komsomolskaya Pravda ha detto che il suo sito era stato hackerato e in queste circostanze tutto è possibile. Il numero però sarebbe impressionante (benché secondo Kiev siano almeno 15mila i soldati russi morti) e racconterebbe di un disastro militare totale.

QUELLO CHE SAPPIAMO ad ora, per certo, è quanto è riuscita a fare la Bbc russa che attraverso l’incrocio di diversi dati ha stimato in 557 il numero dei soldati morti, tutti con nome, cognome e grado. Al momento è il resoconto più affidabile.

Secondo la Bbc tra i militari deceduti ci sarebbe il generale maggiore, vice comandante della 41esima armata, Andrey Sukhovetsky (per Kiev sarebbero almeno cinque i generali morti). Poi nell’elenco ci sono otto colonnelli, nove tenenti colonnelli, 20 maggiori, 71 ufficiali minori e 448 soldati, sergenti e sottufficiali.

Il Guardian ieri ha poi ricordato l’investigazione di Radio Free Europe/Radio Liberty: «L’agenzia di stampa finanziata dallo stato americano con dozzine di giornalisti nella regione, ha riferito che gli ospedali bielorussi sarebbero pieni di caduti russi, citando un dipendente dell’ospedale clinico regionale di Homel, secondo il quale più di 2.500 cadaveri di soldati erano stati rispediti dalla regione bielorussa alla Russia al 13 marzo».

Secondo gli Usa, che anche ieri hanno sottolineato attraverso il Pentagono le difficoltà militari di Mosca, i caduti russi sarebbero 7mila circa. Siamo chiaramente di fronte a uno scontro di propagande che non consente di essere certi di alcuna informazione tranne quelle riscontrate.

PER QUESTO MOLTI media internazionali hanno ripreso le analisi di Oryx, un sito open source che elenca «solo risorse distrutte di cui sono disponibili prove fotografiche o videografiche o avvisi di morte del pilota, nel caso di aerei». Secondo Oryx la Russia avrebbe perso almeno 1.666 veicoli, di cui oltre 800 distrutti durante il conflitto tra cui 111 carri armati, 74 veicoli corazzati da combattimento, 123 veicoli da combattimento di fanteria e 312 tra camion, veicoli e jeep.

Sul fronte diplomatico ieri Al Jazeera ha riportato le parole di Andriy Yermak, che dirige l’ufficio presidenziale di Zelensky, a un incontro a Londra organizzato da Catham House. Secondo Yermak ci si aspetta «molto presto» un dialogo tra il leader ucraino e il presidente cinese Xi Jinping: «Trattiamo la Cina con il massimo rispetto e ci aspettiamo che svolga un ruolo proattivo», ha detto.

L’attesa più grande però, per ora, è per l’arrivo in Europa del presidente americano che stanotte atterrerà a Bruxelles per incontrare Ue, Nato e poi la dirigenza polacca a Varsavia.
Ieri il consigliere per la sicurezza della Casa Bianca ha detto che Biden giovedì annuncerà nuove sanzioni decise «da Usa e alleati».