È pesante il bilancio dell’attacco talebano di mercoledì alla base del Prt («Provincial Reconstruction Team») polacco della provincia di Ghazni, a sud di Kabul: 29 morti e una sessantina di feriti. L’attacco dei seguaci del mullah Omar è cominciato alle 4 del pomeriggio, quando un camion bomba e un’auto-bomba sono esplosi sul retro e sul cancello di ingresso della base, ed è proseguito per ore. Secondo il generale Zarawar Zahid, a capo della polizia di Ghazni, tra i morti 22 sarebbero talebani, 3 i poliziotti afghani e 4 i civili. Tra i feriti, una decina sarebbero i soldati polacchi, il resto civili afghani.
Oltre a rivendicare il successo dell’operazione di Ghazni, sul sito dell’Emirato islamico d’Afghanistan da ieri c’è un comunicato ufficiale della shura di Quetta, riconducibile al mullah Omar, sulla Siria: i Talebani ricordano le vittime civili, i profughi, la distruzione delle case causati dal conflitto, per poi attribuire – «secondo i racconti dei locali» – al regime di Bashar el Assad l’uso di armi chimiche. Sollecitano inoltre «la comunità internazionale e in particolare il mondo islamico a mettere immediatamente fine a tali crimini contro l’umanità e a prendere ogni iniziativa necessaria per aiutare l’oppressa nazione siriana».