Ancor più dell’incontro nella fabbrica occupata a Campi Bisenzio fra la viceministra Alessandra Todde e la Rsu, e del riconfermato sostegno alle tute blu fatto da una delegazione del Consiglio regionale toscano, guidata da Antonio Mazzeo che lo presiede, la fotografia del giorno nella vertenza Gkn è quella degli operai che offrono a Giuseppe Conte la “loro” proposta di legge per contrastare efficacemente le delocalizzazioni. Quella redatta da un gruppo di avvocati e giuristi progressisti e approvata dall’assemblea di fabbrica (leggibile sul sito del manifesto, ndr), consegnata al leader del M5s dopo che Conte aveva detto loro: “Con la strumentazione legislativa attuale c’è difficoltà a contrastare un’iniziativa della singola azienda di dismettere in blocco e cessare le attività”. Uno stato delle cose peraltro ben conosciuto, sia in via Fratelli Cervi che in tanti altri siti industriali della penisola, dove migliaia di operai si sono trovati, e si trovano oggi, nella stessa drammatica situazione.
Ai cancelli della fabbrica Conte detta la linea (“il M5s è compatto con voi”) e conferma quanto annunciato pochi minuti prima dalla compagna di Movimento Todde, e cioè la convocazione di un nuovo incontro lunedì prossimo al Mise, sia in presenza che da remoto. “A questo tavolo – spiega l’ex presidente del consiglio – dobbiamo cercare di costringere l’azienda ad aprire un dialogo, una prospettiva con gli strumenti che già ci sono come l’amministrazione straordinaria: si potrebbe nominare un commissario che porti ad aprire anche alternative”.
Quanto al cosiddetto “decreto delocalizzazioni” allo studio dei ministeri del lavoro e dello sviluppo economico, le cui bozze hanno trovato subito l’opposizione sia di Confindustria che dello stesso titolare del Mise, il leghista Giancarlo Giorgetti, ma anche lo scetticismo dell’assemblea Gkn (“non impedisce le delocalizzazioni ma semplicemente le ‘procedurizza’, con il rischio di indicare come monetizzare le chiusure”), Conte cerca di barcamenarsi: “Non può avere effetto retroattivo e non può risolvere questo problema, ma sicuramente deve essere un tassello che va a integrare una serie di misure che ci devono consentire di gestire quanto più efficacemente le crisi di impresa”.
Una crisi di cui Gkn non soffre certo, visti i conti della multinazionale e i lauti profitti degli azionisti del fondo finanziario Melrose che la controlla. E comunque la risposta operaia è stata, appunto, la consegna del “loro” progetto di legge, ben più incisivo nei casi di aziende in buona salute che vogliono chiudere e delocalizzare. “Gkn è una vertenza che riguarda tutti noi – annota anche Mazzeo dopo la visita con esponenti di tutti i gruppi consiliari e il sindaco campigiano Fossi – perché un fondo speculativo decide di chiudere una fabbrica sana per delocalizzarla, lasciando sul territorio disoccupati e un deserto industriale. E’ per queste ragioni che governo e Parlamento devono legiferare subito e bene ,in modo da definire regole chiare che impediscano delocalizzazioni selvagge e speculazioni sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie”.
Questa sera in tv alla trasmissione “Piazzapulita” su La7 ci sarà un reportage di Corrado Formigli, che da conduttore torna per l’occasione inviato per raccontare la storia di questi mesi di resistenza operaia, e di popolo, in Gkn. Mentre vanno avanti con speditezza i preparativi della manifestazione nazionale di sabato a Firenze (ore 15 Fortezza da Basso), che sarà spiegata oggi dagli operai all’assemblea nazionale di Bologna dei delegati sindacali della Fiom-Cgil.