«Con le dimissioni del premier Giuseppe Conte il governo rimarrà in carica per il disbrigo degli affari correnti. E tra questi, sottolinea la direttiva inviata ieri dallo stesso presidente del consiglio dimissionario ai membri del governo, rientrano «gli atti legislativi, regolamentari e amministrativi necessari per fronteggiare l’emergenza Covid-19 e ogni relativa conseguenza».

Le dimissioni dunque non bloccheranno il decreto Ristori 5 per il quale è stato già approvato da maggioranza e opposizione uno scostamento di bilancio da 32 miliardi. Il dl (che conterrà anche un prolungamento della cassa integrazione Covid per altre 18 settimane) dovrebbe andare in consiglio dei ministri all’inizio della prossima settimana. Nello stesso decreto o in un provvedimento autonomo, dovrebbe essere anche prorogato il blocco delle cartelle esattoriali, 50milioni di atti che erano stati sospesi fino alla fine di gennaio.

La proroga arriverebbe dunque dopo la scadenza del precedente provvedimento, e per questo a palazzo Chigi ieri non si escludeva un consiglio dei ministri nel wee-end. Ma al ministero dell’Economia spiegano che anche se dal primo febbraio l’Agenzia delle entrate può ricominciare a spedire gli atti, qualche giorno in più per l’arrivo del decreto non dovrebbe influire. Prima dell’apertura formale della crisi erano stati ipotizzati, oltre allo scaglionamento delle cartelle – anche una nuova rottamazione e un saldo e stralcio.

Per quanto riguarda il Recovery plan, saltato il tavolo tra il governo e gli Enti locali, il parlamento ha deciso all’unanimità di proseguire comunque le audizioni nelle commissioni. Ovviamente senza un nuovo governo il Piano di rilancio resta al palo e ancora aperta rimane la questione della cabina di regia.