Il dubbio che dopo l’exploit del 14 novembre a Bologna il successo delle «sardine» non si ripetesse c’era. E invece è andata bene, anzi benissimo. Ieri in migliaia di cittadini e cittadine, almeno 7mila, soprattutto giovani, si sono radunate anche a Modena contro Salvini, arrivato in città – un giro per alcune aziende di Carpi e infine cena in un ristorante con 400 persone – a sponsorizzare la candidata Borgonzoni alle regionali del 26 gennaio. Come a Bologna, niente insegne di partito né cartelli, solo sardine delle più diverse fogge, frutto della creatività dei partecipanti con materiali spesso visibilmente riciclati, cantando a più riprese Bella ciao, inno partigiano ormai però abbondantemente ’sdoganato’ dalla serie tv «La casa di carta». La manifestazione era stata convocata in Piazza Mazzini, accanto alla sinagoga, ma una valanga di adesioni ha travolto anche stavolta, come a Bologna, gli organizzatori che si sono attrezzati per spostarsi nella nella centralissima Piazza Grande, intorno alla Torre della Ghirlandina, patrimonio Unesco. La pioggia non li ha fermati: e così le foto dall’alto stavolta mostrano una spianata di ombrelli.

Salvini ha masticato amaro la cena: «La partecipazione, diceva Giorgio Gaber, è sempre positiva basta che sia democratica. Ma una delle animatrici della piazza democratica di Modena mi ha minacciato di morte. Quindi andate a chiedere se non si vergognano di far politica in questa maniera», ha commentato. Esultanza invece dal Pd, che sta be attento però a non mettere «il cappello» sulla manifestazione. Così Zingaretti twitta: «Grandi! Anche a Modena una piazza piena di Sardine, evviva!». «Piovono sardine», è il saluto di Gentiloni. Pier Luigi Bersani, già presidente dell’Emilia Romagna, sceglie invece di salutare la piazza con un vecchio brano dei Rokes : «È la pioggia che va e ritorna il sereno». Lo cantava l’indimenticabile Shel Shapiro, anche se c’è da scommettere che la stragrande maggioranza delle giovani «sardine» non l’hanno – colpevolmente – mai ascoltata.

La destra per lo più sghignazza contro i manifestanti. Eppure va segnalato un ragionamento di Gianfranco Rotondi, fedele a Forza italia ma ostile alla leadership del capo leghista, che tenta di non consegnare solo alla sinistra la protesta: «Per molti commentatori le sardine stanno a Salvini come i girotondi a Berlusconi, una sorta di mobilitazione massimalista e prevedibile della sinistra morettiana», dice, «Le sardine mi sembrano una novità politica: un popolo, finalmente un altro popolo visibile che non è quello dei populisti e dell’antipolitica». Per ora il fenomeno è prevalentemente di sinistra, conclude, «ma non è detto che non provochi novità anche a destra».