«Casteddu non ti vuole, no Renzi no Pd». Con questo striscione è stato accolto ieri pomeriggio Matteo Renzi, atterrato a Cagliari per il primo di due comizi per il Sì (il secondo è in programma oggi). Nel mezzo il capo del governo ha organizzato un incontro a Pula con il presidente cinese Xi di passaggio in Sardegna. Come nelle precedenti tappe del presidente del Consiglio in versione agit-prop della riforma costituzionale, Renzi ha trovato ad aspettarlo una contestazione.

«La Costituzione siamo noi» c’era scritto su un altro cartello, portato in piazza da studenti, lavoratori precari e occupanti del centro sociale Sa Domu: oltre che per la riforma costituzionale, in vista del referendum, il presidente del Consiglio è stato contestato anche per il jobs act, per la legge sulla scuola e per le servitù militari imposte alla Sardegna. La polizia schierata in tenuta anti sommossa ha cercato di impedire ai manifestanti di avvicinarsi alla fiera dove Renzi ha tenuto il suo primo comizio. Ma in serata una ventina di attivisti sono riusciti a entrare nella fiera, in seguito un vigilante ha denunciato di essere stato spinto. In prima fila ad ascoltare il premier c’era il sindaco di Cagliari Zedda, che oggi firmerà con Renzi il patto per Cagliari.