In Italia l’amianto è ancora molto diffuso e continua a minacciare la salute e l’ambiente, nonostante 26 anni fa sia stato messo al bando con la legge 257/92. Un problema che torniamo a denunciare anche quest’anno unendoci all’appello delle tante famiglie delle vittime di amianto che chiedono giustizia, ma anche la bonifica dei siti inquinati e più attività di informazione e sensibilizzazione. Anche se questa pericolosa «fibra killer», utilizzata per anni nell’edilizia, è ormai illegale in Italia, ad oggi il problema della sua presenza in tante strutture ed edifici italiani non è ancora stato risolto.

La Penisola paga, inoltre, lo scotto dei gravi ritardi legati ai piani regionali amianto (Pra) – che dovevano essere pubblicati entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge e che mancano ancora in alcune Regioni –, e ai ritardi connessi alle procedure di bonifica e rimozione che vanno a rilento, allo smaltimento aggravato da un’impiantistica non sufficiente e all’abolizione degli incentivi per la sostituzione delle coperture in eternit con il fotovoltaico.
Intanto ogni anno in Italia muoiono circa 6mila persone per malattie causate dall’esposizione all’amianto.

Una situazione preoccupante: sul territorio nazionale sono 370mila le strutture, dove è presente amianto, censite al 2018 dalle Regioni per un totale di quasi 58milioni di metri quadrati di coperture in cemento amianto. Di queste 370mila, 20.296 sono siti industriali, 50.744 edifici pubblici, 214.469 edifici privati, 65.593 le coperture in cemento amianto e 18.945 altra tipologia di siti. Su 66.087 siti mappati dalle Regioni che hanno risposto al questionario di Legambiente, 1.195 sono quelli mappati ricadenti in I Classe (quella prioritaria in cui bisognerebbe intervenire con maggior urgenza).

Sul fronte delle bonifiche, sono 6.869 gli edifici pubblici e privati bonificati ad oggi su un totale, ancora sottostimato, di 265.213 (tra edifici pubblici e privati). Di fronte a questa situazione, Legambiente torna di nuovo a ribadire l’urgenza e la necessità per l’Italia di agire attraverso una concreta azione di risanamento e bonifica del territorio e chiede al Parlamento che si riprenda la discussione del «Testo Unico per il riordino, il coordinamento e l’integrazione di tutta la normativa in materia di amianto», presentato nel novembre del 2016 al Senato e bloccato a Palazzo Madama.

Sono tre le questione prioritarie – bonifiche, smaltimento e leva economica – che devono essere affrontate con la massima urgenza sia a livello regionale che nazionale.

Occorre completare al più presto il censimento e la mappatura dei siti contenenti amianto, su cui definire le priorità di bonifica a partire dalle scuole in cui è ancora presente la pericolosa fibra. Il numero esiguo di discariche presenti nelle Regioni incide sia sui costi di smaltimento che sui tempi di rimozione, senza tralasciare la diffusa pratica dell’abbandono incontrollato dei rifiuti. Non è più sostenibile l’esportazione all’estero dell’amianto rimosso nel nostro Paese, per questo è importante provvedere ad implementare l’impiantistica su tutto il territorio nazionale. Occorre, inoltre, ripristinare e rendere stabile e duraturo il sistema degli incentivi per la sostituzione dell’eternit con il fotovoltaico, visti gli importanti risultati ottenuti in passato. Infine chiediamo che le attività di informazione rivolte ai cittadini vengano realizzate con maggior frequenza e capillarità, perché su questa tematica così complessa e delicata non si possono lasciare i cittadini da soli.

* Direttore generale Legambiente