Un nuovo disco firmato dal bluesman statunitense è sempre una notizia di rilievo. Ancor più se si analizzano contenuti e contesto. Harris nel corso del tempo ci ha abituati ad un lungo peregrinare nei caratteri tradizionali del mondo african american. In un punto a metà tra Olu Dara e Taj Mahal, ha trovato un proprio stile, prendendosi la responsabilità di narrare nel tempo con cura e a suo modo, le radici artistiche da cui proviene. Sensibile alla contemporaneità, da questa ha sempre preso ispirazione. E lo ha fatto anche stavolta, con un disco di blues acustico e rurale, concepito e registrato ad Atri, in Abruzzo, dove è stato residente per qualche tempo. Nella rilassata e intensa seduta di registrazione dove include classici del downhome anche pre-bellico (You Gonna Quit Me Baby), trova spazio per guardare alle vicende degli Usa di Trump, includendo con delicatezza una title-track inquietante e prorompente, grazie ad un ossessivo incedere maliano. Che brilla ulteriormente (Mama Africa), mentre bilancia il tutto con andamenti leggeri (Afton Mountain Blues; Some Of These Days) che permettono al lavoro di essere in simultanea ricco di contenuti e di facile fruizione.
America tra ossessioni e fantasmi
Note sparse. Il nuovo disco formato da bluesman Corey Harris si intitola «The Insurrection Blues»
Note sparse. Il nuovo disco formato da bluesman Corey Harris si intitola «The Insurrection Blues»
Pubblicato 2 anni faEdizione del 10 novembre 2021
Pubblicato 2 anni faEdizione del 10 novembre 2021