Durante l’ultima settimana gli Usa hanno registrato in media circa 19.455 casi di coronavirus, vale a dire un aumento del 47% rispetto alla settimana precedente. Un terzo delle infezioni proviene da soli 5 Stati: Florida, Louisiana, Arkansas, Missouri e Nevada, dove le unità di terapia intensiva sono nuovamente piene e i respiratori difficili da trovare, come nei mesi più bui della pandemia.

Mentre la variante Delta si diffonde rapidamente, i punti caldi degli Usa vedono aumentare i casi; al Mercy Hospital di Springfield, in Missouri, il 91% dei pazienti in terapia intensiva ha bisogno dei respiratori anche se molti dei pazienti hanno tra i 20 e i 40 anni, ciò è particolarmente preoccupante, ha detto alla Cnn il direttore amministrativo dell’ospedale Erik Frederick, perché come ormai è noto, all’aumento dei casi segue una «sorprendente quantità di morti».

Per gli esperti le cause di questa impennata nei numeri regionali vanno ricercate nel diffondersi della variante Delta e nello scetticismo verso il vaccino. In tutto il Paese nel mese di giugno oltre il 99% dei decessi per Covid-19 ha rigguardato persone non vaccinate, ha affermato la dottoressa Rochelle Walensky, direttrice dei Center for Desease Control, CDC. Contemporaneamente è diminuito anche il ritmo delle vaccinazioni; nell’ultima settimana ogni giorno circa 246.000 persone iniziano il percorso vaccinale, un calo dell’88% rispetto al picco di aprile, mentre circa 278.000 persone sono state completamente vaccinate, un calo questo dell’84%.

A essere completamente vaccinato in tutti gli Stati Uniti è il 48% della popolazione, ma se in alcuni Stati come New York la percentuale dei completamente vaccinati è del 56%, in altri il numero è molto più basso: in Alabama, Arkansas, Louisiana, Wyoming e Mississippi è circa il 35% o meno, creando di fatto un’America a due diverse velocità di potenziale infezione. Per il CDC negli Stati dove c’è più del 70% della popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino è sensato alleggerire le restrizioni mentre negli altri, secondo Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive degli Stati Uniti, bisognerebbe considerare l’opzione dell’obbligo vaccinale. In questo momento i vaccini vengono somministrati tramite l’uso di emergenza, che secondo Fauci ha reso alcune persone scettiche sulla loro sicurezza nonostante la quantità di dati a supporto dell’importanza e la sicurezza dei vaccini, e che lo scetticismo si allenterà quando i vaccini saranno completamente approvati.

Nel frattempo Pfizer già parla di una terza dose che per Fauci non è ancora necessaria visto che gli anticorpi sembrano resistere per almeno 8/12 mesi. Giovedì scorso la società aveva affermato di volere chiedere l’autorizzazione all’uso di emergenza per una dose di richiamo, ma poche ore dopo la Food and Drugs Administration FDA e il CDC hanno rilasciato una rara dichiarazione congiunta in cui si affermava che gli americani completamente vaccinati «al momento non hanno bisogno di una dose di richiamo».

Le due agenzie hanno affermato che, insieme al National Institutes of Health, «sono impegnati in un processo rigoroso e basato sulla scienza per valutare se o quando potrebbe essere necessario un richiamo. Questo processo tiene conto dei dati di laboratorio, dei dati degli studi clinici e della coorte».