Se il buongiorno si vede dal mattino, le file ai gazebo per partecipare alle primarie di coalizione che, nell’VIII Municipio, hanno incoronato Amedeo Ciaccheri vincitore con 1900 voti su 3300, fanno ben sperare in un giorno tutto nuovo, per una sinistra che non regali più nulla al M5S. Con le radici salde nella militanza nel centro sociale locale La Strada, l’ex consigliere municipale ha vinto su un candidato di levatura come Enzo Foschi, vicecoordinatore regionale del Pd.

Quali sono stati i punti di forza della sua campagna «Super 8»?
Un anno fa, all’indomani del commissariamento del muncipio (quando si dimise il minisindaco M5S Paolo Pace, ndr) le realtà del territorio, le associazioni, comitati di quartiere e urbanistici, e perfino alcune forze politiche si riunirono in una sorta di camera del lavoro che chiamarono «Consiglio popolare», per far emergere quelle istanze che non avevano più rappresentanza senza consiglio muncipale. È da quel consesso che è nata la campagna per la mia candidatura, all’insegna di una rinnovata coalizione di centrosinistra.

Ed è un percorso che introduce delle novità, rispetto a due anni fa, quando vince il M5S?
Ci sono almeno tre fattori di novità: il primo è che il M5S nel nostro municipio ha fallito, dopo nove mesi, su tutti i fronti: dalla composizione della giunta, ai temi inseriti nel programma, alla modalità di amministrazione. Il secondo elemento è che per la prima volta il candidato è stato scelto qui con primarie di coalizione. La coalizione appunto è l’elemento in più che è mancato alle ultime amministrative e che torna ad essere lo schema dentro il quale vogliamo tornare a muoverci, con il Pd e tutte le forze sociali e politiche che vorranno esserci. E questo centrosinistra non è quello del passato. Il terzo fattore è l’effettiva novità della nostra proposta, a sinistra, sia per quanto riguarda i programmi sia per il profilo politico rappresentato dalla mia candidatura.

Esattamente cosa proponete di nuovo, per il territorio?
Ad esempio tutelare il patrimonio pubblico da sfratti, privatizzazione o impoverimento dei servizi. E utilizzarli piuttosto, per farli diventare il motore di ripresa e sviluppo. In secondo luogo, intervenire sulla crisi sociale che qui si fa sentire come nel resto della città, facendo leva sul valore della solidarietà e innescando un welfare comunitario. Infine, nelle nostre liste faremo di tutto per dare un’impronta generazionale importante al rinnovamento della rappresentanza politica.

Il vostro modo di intendere la partecipazione è molto diverso da quello “digitale” del M5S. Quale dei due ha più spazio nel futuro?
Stiamo lavorando per cambiarlo progressivamente, senza polarizzazioni tra una partecipazione tutta digitale che ti fa sparire dai quartieri, e una tutta territoriale che ti limita nella condivisione. Costruire ambiti di partecipazione materiale è necessario.