Continua la battaglia legale tra Amazon e Woody Allen. Ieri – in risposta alla causa per 68 milioni di dollari per rottura del contratto promossa dal regista nei confronti del gigante dello streaming – il gruppo di Bezos ha depositato presso il tribunale di New York gli atti in cui replica alle accuse spiegando che la decisione di interrompere il rapporto per quattro film siglato con Allen, è stata provocata da: «Nuove accuse e controverse affermazioni sul movimento #MeToo», che a loro volta «hanno causato il fallimento dei suoi film più recenti».

NEI DOCUMENTI legali presentati alla procura di New York, Amazon conferma che l’accordo co n Allen è stato cancellato mentre il regista era alle prese con la post produzione del suo ultimo film A Rainy Day in New York e che quella pellicola non vedrà mai la luce del sole sotto l’etichetta della factory di Bezos. «Nuove accuse contro Allen – si legge in un comunicato, i suoi controversi commenti sullo scandalo delle molestie e il crescente rifiuto di grandi star a lavorare o ad essere associate con lui», hanno indotto Amazon al divorzio. All’indomani delle rinnovate accuse di molestie contro Allen da parte della figlia Dylan Farrow – per un caso archiviato già nel 1992 – attori come Greta Gerwig, Rebecca Hall, Timothée Chalamet e Colin Firth hanno infatti preso le distanze da lui. E fra le dichiarazioni «incriminate» del regista di Manhattan citate da Amazon per giustificare la terminazione del contratto, anche i suoi commenti sul caso Weinstein nato proprio in seguito a un articolo del figlio di Allen Ronan Farrow sul «New Yorker». Allen aveva espresso perplessità sulla vicenda: «Una tragedia per le povere donne coinvolte, triste per Harvey la cui vita è così complicata», poi aveva messo in guardia contro «un’atmosfera da caccia alle streghe».

IN UN COMUNICATO, Amazon attacca le parole del regista: «L’articolo di Ronan Farrow ha innescato una presa di coscienza pubblica sulla persistenza delle molestie sessuali nell’industria dell’entertainment e non solo. Nonostante l’immediato consenso sull’importanza di affrontare questo tema, Allen ha fatto una serie di commenti pubblici che lasciano intendere come non abbia compreso la gravità dell’argomento e le implicazioni per la sua carriera». Queste dichiarazioni, continua il comunicato, avrebbero «sabotato» la promozione del precedente film di Allen prodotto da Amazon, La ruota delle meraviglie. «Alla luce di un contesto più ampio, le azioni di Allen e le loro conseguenze a cascata hanno fatto sì che Amazon non avrebbe mai potuto ricevere i benefici dell’accordo pluriennale», concludono giustificando così la rottura.