Il primo sciopero al mondo dell’intera filiera Amazon del 22 marzo produce il suo primo frutto concreto. Ieri mattina al ministero del Lavoro il gigante dell’e-commerce ha sottoscritto un protocollo con i sindacati confederali sulle relazioni industriali e la rappresentanza.

Si tratta di un unicum in Europa – come sottolinea soddisfatti il ministro Andrea Orlando – ed è certamente figlio del successo della mobilitazione coraggiosamente portata avanti dai sindacati. Un protocollo che dunque certifica l’ingresso di Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt nei magazzini Amazon di tutte le dimensioni – dagli enormi hub alle piccole station – per un totale di circa 20 mila lavoratori – i 9 mila diretti di Amazon Italia Logistica e gli altrettanti interinali, specie nei momenti di picco, senza dimenticare i circa 1.500 lavoratori in appalto in alcuni hub – e la nomina di Rsa in ogni stabilimento nel quale ci saranno iscritti ai sindacati. «Il prossimo obiettivo è arrivare alle elezioni delle Rsu da parte di tutti i lavoratori Amazon».

NELLO SPECIFICO il protocollo prevede il riconoscimento reciproco delle parti e del contratto nazionale «Logistica, trasporto merci e Spedizione» come strumento «regolatore» del rapporto di lavoro e delle relazioni sindacali. Scendendo più nel dettaglio, l’accordo confronto periodico sulle problematiche del settore e-commerce, anche in funzione del futuro rinnovo del contratto nazionale; confronto preventivo sulle strategie di sviluppo aziendale e di investimento negli ambiti territoriali; verifica delle opportunità di formazione professionale continua per gli addetti ai singoli settori; individuazione degli strumenti più idonei per monitorare gli andamenti occupazionali, con l’obiettivo di «favorire percorsi di crescita e continuità occupazionale».

Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti sottolineano che l’intesa «consente di avviare trattative su temi organizzativi come orari, turni, carichi di lavoro, su elementi normativi come il corretto riconoscimento dei livelli di inquadramento, sulle materie di salute, sicurezza e prevenzione sul lavoro, sulla formazione e sui temi economici» come ad esempio il premio di risultato.

LA TRATTATIVA ERA PARTITA con la convocazione di Orlando ad aprile e la definizione del testo andava avanti sotto traccia da mesi. A firmarlo per Amazon è stato il direttore risorse umane di Amazon Italia Salvatore Iorio ma ogni passaggio è stato avallato dalla sede centrale europea in Lussemburgo e visionata negli Stati Uniti. «Per inserire la parola “contrattazione” – spiega una fonte sindacale – abbiamo dovuto attendere il via libera di giorni».

Una scelta soppesata dal rischio che nuovi scioperi avrebbero creato al gigante fondato da Jeff Bezos danni economici e di immagine enormi.
Ancora fuori dall’accordo sono i circa 20 mila driver, mansione in costante espansione e rifugio per migliaia di cinquantenni licenziati e espulsi dal sistema produttivo causa Covid. Per loro i sindacati confederali puntano a chiudere a breve un protocollo simile con Assoespressi, associazione di 81 imprese di trasporto che lavorano quasi esclusivamente per Amazon – che i sindacati chiedono validi l’accordo. Due ancora le richieste aziendali non accettabili da parte dei sindacati: interventi normativi sulla malattia e vincoli sulle domeniche che andrebbero a peggiorare il contratto nazionale.

RESTANO ESCLUSI dal protocollo i Cobas, molto presenti invece nella logistica. La motivazione è la mancata firma al contratto nazionale, ma la loro esclusione dalla trattativa è figlia sia della volontà delle aziende che dalla rivalità dei confederali. Su questo tema Orlando è stato possibilista: «Penso possa contribuire a migliorare il quadro della situazione dell’ambito logistica, segnato da forte conflittualità», ha specificato il ministro.

Festeggiano la firma i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. «Un’intesa importante sulle relazioni industriali e sul riconoscimento del ruolo del sindacato», affermano Maurizio Landini della Cgil Luigi Sbarra della Cisl. «Un primo passo importante sul versante delle relazioni sindacali», dice il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. Per i tre leader sindacali il risultato ottenuto è «frutto dell’impegno del sindacato, della mobilitazione, dei tanti presidi e delle battaglie condotte dai lavoratori e dalle lavoratrici».