È un’epidemia. Globale. Esponenziale. E, almeno per ora, senza cura. Quasi 50 milioni di casi nel mondo e 1,2 milioni in Italia. Con un nuovo paziente diagnosticato ogni tre secondi.
Demenza è lo stigma della società «sana» e giovane, votata agli stereotipi e incurante del Welfare. Paradossalmente, nel paese che invecchia a vista d’occhio non c’è spazio per chi è affetto dal morbo di Alzheimer con tutte le piccole o grandi catastrofi che travolgono intere famiglie allargate. Il terzo rapporto sfornato dall’Associazione italiana malattia di Alzheimer si rivelava più che eloquente: «I costi diretti dell’assistenza superano gli 11 miliardi di euro, di cui il 73% a carico delle famiglie. Il costo medio annuo per paziente è 70.587 euro, ben oltre quello a carico del Servizio sanitario nazionale. E soltanto il 56,6% dei pazienti è seguito da una struttura pubblica, mentre il 38% delle famiglie deve ricorrere a una badante, attingendo per lo più a risorse proprie».

PER FORTUNA dal primo al 3 di settembre Gavirate sul Lago di Varese ospiterà il debutto di «Alzheimer Fest» che si propone di illuminare finalmente l’altra faccia della medaglia e insieme di rilanciare una vera e propria campagna di civiltà. Anteprima alle ore 20.45 nell’auditorium di Viale delle Rimembranze con lo spettacolo teatrale Il Vangelo Secondo Antonio con Dario De Luca. Poi tre giornate ricche di appuntamenti: dal tango ai cori, dalle terapie senza medicine a Italia-Spagna di calcio, con spazio per ogni genere di attività e confronto fedeli all’eredità di Gianni Rodari che qui è nato.

Insomma, il festival capace di regalare emozioni indimenticabili: promosso da Michele Farina, giornalista del «Corriere della Sera», e Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione italiana di Psicogeriatria, ha coinvolto in progetti originali l’artista Maurizio Catellan e il fotografo Settimio Benedusi senza dimenticare Mariuccia Comandini, 80 anni, protagonista del cortometraggio di Marco Toscani che racconta l’Italia dell’Alzheimer.
«Andare all’Alzheimer Fest non significa aggiungere un problema alla lista (già lunga) delle difficoltà quotidiane. All’opposto: vuol dire aggiungere un po’ di serenità e tornare a casa ricaricati». Già, perché Gavirate sarà invasa da musica, laboratori creativi, giochi, incontri teatrali, pet activity, eventi culinari, body painting, ballo, camminate, yoga, gite in barca e percorsi sensoriali.

E CI SARÀ ANCHE MODO di riflettere sul Piano nazionale demenze approvato il 30 ottobre 2014, ma troppo spesso disatteso. Tant’è che da «Alzheimer Fest» sarà promulgata la Carta di Gavirate con venti richieste. Comincia con «Le persone con demenza siano riconosciute come persone, non solo (e sarebbe già molto) come malati. Non solo oggetti di cura, ma protagonisti di vita». Chiede a tutti i partiti di inserire nel loro programma elettorale il «capitolo Alzheimer», esplicitando soprattutto le risorse pubbliche vincolate. E si conclude nel modo migliore: «Il tempo della demenza sia una stagione di vita».