Elmar Altvater (24 agosto 1938-1 maggio 2018), professore di economia politica alla Freie Universitaet di Berlino Est dal 1970 al 2004, marxista non ortodosso, è stato un protagonista di primo piano della sinistra europea del secolo scorso. Studente di economia e sociologia a Monaco, completò il dottorato con una tesi dedicata ai “Problemi ambientali dell’Unione Sovietica”. Nel 1970 dette vita insieme ad altri ad una rivista mensile, di cui è stato a lungo direttore responsabile, Problemen der Klassenkapf, nota come Prokla, che ha pubblicato il meglio del pensiero critico marxista. Di questa rivista esiste una versione inglese, consultabile on line, e questo è importante perché poco della sua produzione è disponibile in inglese e pochissimo in italiano. Il suo contributo spazia dalla teoria dello sviluppo alla crisi del debito alla regolamentazione dei mercati ed altro ancora, ma al centro di tutta la sua produzione c’è sempre l’impatto prodotto dall’economia capitalista sulla natura e sul rapporto umo-natura.

Lontano dal settarismo della vecchia sinistra tedesca, così come dall’anticomunismo facile nella Germania di allora, distrutta e divisa dalla seconda guerra mondiale, influenzò positivamente la teoria e la pratica politica delle generazioni del 1968. Fu anche molto vicino alla sinistra radicale italiana di quel periodo in tutte le sue articolazioni – dalla Fondazione Basso di cui è stato a lungo vice-presidente, oltre che del Tribunale Permanente dei Popoli; della Cgil, soprattutto quella dei metalmeccanici nella loro fase unitaria Fiom, Fim, Uilm; del quotidiano il manifesto sin dalla sua nascita nel 1971 e di molte altre realtà di ricerca e di movimento, come la rete di riviste di ecologia politica CNS (Capitalism Nature Socialism) fondata nel 1989 da James O’Connor in California, Usa. Sulla rivista italiana di quella rete, ha pubblicato vari saggi tra cui uno sulle migrazioni, molto attuale oggi (Profughi economici, politici e ambientali, CNS n. 8, agosto 2001).

Elmar Altvater è stato un accademico raffinato e un militante appassionato e coerente. Non ha mai voluto assumere incarichi istituzionali, restando impegnato nel suo lavoro di studioso e nel rapporto con le realtà progressiste di movimento. La sua militanza era iniziata alla fine degli anni 1960 nello Sds, il gruppo di Rudi Dutschke, poi continuato nel Socialistisches Buero, una associazione che svolse un ruolo prezioso negli anni immediatamente successivi al 1968, quando il Muro non era ancora caduto, i Verdi non erano ancora in scena, i comunisti dell’Ovest una setta. Fu poi vicino ai Verdi tedeschi, ma ruppe con loro quando essi – al governo con la Spd – giustificarono l’intervento militare in Kosovo. Sostenne poi Attac, accettando entrare nel loro comitato scientifico, e il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, in Brasile.