Nel mese di dicembre gli Stati uniti hanno registrato 140mila posti di lavoro in meno, segno che la ripresa economica si sta fermando: solo il 55% dei posti di lavoro persi a marzo e aprile è tornato in attività e ci sono ancora 9,8 milioni di posti di lavoro che attendono di essere ripristinati.

Il tasso di disoccupazione rimane al 6,7%, invariato rispetto al mese precedente, ha fatto sapere venerdì il Dipartimento del lavoro (prima della pandemia, il tasso di disoccupazione negli Stati uniti era del 3,5%). «Ciò che realmente guida l’economia è ancora il percorso del virus», ha detto all’emittente televisiva ABC News Erica Groshen, consulente economica senior presso la Cornell University ed ex commissaria del Bureau of Labor Statistics degli Stati uniti.

Groshen ha osservato che i dati di dicembre riflettono l’aumento dei casi di contagio da Covid-19 seguiti alla festa del Ringraziamento di fine novembre e le restrizioni messe in atto per sedarne la diffusione.

Ci sono state perdite notevoli negli ambiti che riguardano il turismo, l’ospitalità e il tempo libero, con circa 498mila posti di lavoro persi e una flessione di circa 3,9 milioni di posti di lavoro. Il mese scorso, inoltre, si sono verificati pesanti tagli anche nel settore dell’istruzione privata che ha visto eliminati 63mila impiegati.

«Ci sono state enormi perdite nei settori del tempo libero, dell’ospitalità e dei viaggi – ha osservato Groshen – Molti di questi sono lavoratori a basso reddito che non possono lavorare da casa; molti di questi lavoratori potrebbero non avere nuovamente il loro impiego».

La consulente ha poi affermato che una delle sue maggiori preoccupazioni per la ripresa è il numero crescente di licenziamenti temporanei trasformati in perdite permanenti di posti di lavoro.