Il titolo è impegnativo: La scrittura del teatro, sottotitolo La drammaturgia italiana al passaggio del secolo (Gambini editore, 24 euro) riporta «in scena», sulle sue pagine, una generazione e un’epoca che oggi paiono lontane, poiché sono cambiati i criteri di scelte e programmazioni dei teatri. Ma è pur vero che se oggi si oscilla al massimo tra la messinscena dei classici e l’invenzione di forme teatrali nuove, per linguaggio e visione, quella degli anni 90 è stata l’ultima stagione in cui nuovi testi per la scena sono fioriti a profusione. 1990-2001è l’arco temporale che Paolo Petroni (giornalista e critico, per parecchi anni all’Ansa) raccoglie con i pareri e le considerazioni espressi da altri collegh: Ubaldo Soddu, Renato Palazzi, Nicola Fano, Oliviero Ponte di Pino. In quegli anni nuovi testi , e autori, sono proliferati in grande abbondanza. Forse eccessiva rispetto alla «domanda», ma che certo oggi ha senso rileggere e rianalizzare, come un bene smarrito. Così come si va perdendo, dietro quella «montagna» di testi, autori e parole, quello che quegli stessi titoli e autori ci hanno narrato, e predisposto a rappresentare, se non fossero stati oscurati dalla fretta del «cambiamento», che più di una volta si è dimostrato infondato. E’ una buona occasione quindi per rimettere l’occhio, su quei testi, e scoprire magari che qualcuno aveva già delineato un prossimo futuro, anche se allora poteva farci senso, se non paura.